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Carlo Acutis a 30 anni dalla nascita

Di Eric Strollo

Lo scorso 3 maggio Carlo Acutis avrebbe compiuto 30 anni! È l’occasione per ripercorrere la sua storia e provare a capire come poter proporre ai nostri ragazzi il suo esempio di santità “adolescenziale”. Anzi, prima di “capire come proporlo”, vorrei chiarire “se” è possibile proporlo e “perché” è opportuno farlo. Non è scontato annunciare a un adolescente che anche lui può farsi santo (beato) come Carlo Acutis. La vita di questo 15enne milanese è spesso come “ritoccata”. I tratti di luce vengono esaltati al massimo, mentre la sua ordinarietà passa in secondo piano. Leggendo alcune biografie, Carlo sembra una specie di “creatura angelica” che… pregava il rosario ogni giorno, trascorreva ore davanti al tabernacolo, si occupava dei poveri, evangelizzava la realtà digitale. Tutto vero. Ma Carlo non è stato solo questo. La sua “eroicità” è stata la mèta di un percorso graduale: un cammino per fare sempre più spazio all’Amore che Di voleva riversare nel suo cuore. Attenzione: ai giovani proponiamo i santi, non i “santini”! Un adolescente può stimare l’esempio di vita di Carlo Acutis solo se riconosce un profumo di autenticità, di quotidianità. Solo se lo sente vicino, reale. A volte sentiamo in alcune catechesi dire ai ragazzi: «Vedete, prendete esempio da lui! Non rispondeva mai male ai suoi insegnanti, non disubbidiva mai ai suoi genitori, era sempre allegro, non ha avuto mai paura né della sua malattia né della morte, andava d’accordo con tutti i compagni di scuola e non provava antipatia per nessuno». Ma tutto questo non aiuta i giovani perché allontana Carlo dalla sua verità e rende la sua vita un’astratta utopia. Tornando alla domanda iniziale, quindi, rispondiamo: «Sì! È possibile proporre l’esempio di questo giovane beato ai nostri adolescenti». E lo facciamo perché sappiamo che la loro felicità risiede davvero nella loro santità, cioè nel diventare pienamente ciò che sono, come ha fatto Carlo! Ma a patto di rispettare una condizione: presentiamo la sua straordinarietà nella sua ordinaria umanità. Eccola! Carlo nasce a Londra il 3 maggio 1991. Figlio unico di una famiglia agiata italiana. Il papà Andrea è infatti il presidente di Vittoria Assicurazioni. A casa Acutis ci sono domestici, cuochi, autisti, giardinieri. I suoi genitori, pur essendo cristiani, non erano praticanti. La madre Antonia Salzano conferma: «Io venivo da una famiglia abbastanza “laica”. Sono andata a Messa il giorno della Prima Comunione, il giorno della Cresima e il giorno in cui mi sono sposata. Certamente non ero proprio un esempio di cattolica e mio marito anche aveva una fede tiepida. Quando eravamo fidanzati non l’ho mai visto frequentare la chiesa». Probabilmente non è questo l’humus da cui siamo abituati veder spuntare i giovani santi. Ci aspetteremmo una casa semplice, condizioni di vita umili, genitori credenti. E invece no. La santità sboccia ovunque il cuore di qualcuno decide di aprirsi a una Grazia che è sempre e solo puro dono. Carlo amava lo sport, specialmente il basket, il calcio, il tennis, lo sci. Suonava il saxofono e gli piaceva la musica. Più nota e pubblicizzata la sua passione per l’informatica, ma anche per i video-giochi! E aveva anche dei difetti! Ha preso delle note a scuola perché non aveva fatto i compiti o perché parlava durante la lezione. Ammetto che in questo, ad esempio, lo sento molto vicino. Anch’io presi una nota alle medie perché avevo disturbato l’insegnante. E non la presi affatto bene! Eppure… anch’io posso farmi santo, come Carlo… un ragazzo normale… non “perfetto” ma speciale! Un ragazzo che ha saputo guardare in faccia alle sue debolezze, ai suoi limiti caratteriali e ha voluto chiedere, nella preghiera, la grazia per poterli superare, così da vivere in pienezza una vita ordinaria, eppure straordinaria! Tante cose della straordinarietà di Carlo emersero solo dopo la sua morte, avvenuta il 12 ottobre 2006, a seguito di una leucemia, diagnosticata pochissimi giorni prima. La mamma ricorda spesso che al funerale scoprì che Carlo era conosciuto e stimato da tantissime persone: amici, compaesani, senzatetto. Il parroco raccontò: «Stavo percorrendo la mia Chiesa e vedo questo “bambinetto” [9 anni] in ginocchio sulla prima o seconda panca, di fronte al Tabernacolo. Mi accostai a lui e gli chiesi come mai fosse lì a quell’ora ed egli mi rispose che “ogni tanto” aveva l’abitudine di venire a raccontare le sue cose a Gesù». Il suo domestico Rajesh, di tradizione indù, ammette: «Carlo è stato per me un maestro di vita autenticamente vissuta e un esempio di moralità eccezionale. Mi sono fatto battezzare cristiano perché è stato Carlo che mi ha contagiato e folgorato con la sua profonda fede, la sua grande carità e la sua grande purezza». Ma qual è stato il momento che ha fatto svoltare la vita di Carlo? Certamente quello della Prima Comunione. Attraverso l’Eucaristia Carlo scoprì progressivamente la dimensione affettiva della fede: Gesù non era un’idea, era diventato il senso della sua vita, la sorgente del suo sentirsi amato. Molto devoto a sant’Antonio di Padova, scrisse nel libro degli ospiti del Santuario, quand’era solo un bambino: «Mi piacerebbe diventare un grande santo, come te sant’Antonio: compiere miracoli, aiutare i poveri, guarire gli ammalati, predicare il Vangelo a tanta gente, convertire i peccatori, trasformare gli assassini in uomini di buona volontà». E così avvenne. Carlo era un ragazzo come tutti, ma che seppe lottare giorno dopo giorno, per “rinnegare se stesso, prendere la propria Croce” e fare del Vangelo il suo progetto di vita. La celebrazione della beatificazione è avvenuta ad Assisi il 10 ottobre 2020 ed è stata presieduta dal cardinale Agostino Vallini in rappresentanza del papa. È stata ritenuta miracolosa la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni affetto da una grave malformazione del pancreas, totalmente risanato in maniera “istantanea, completa e duratura” dopo aver ricevuto la benedizione con una reliquia di Carlo (un pezzo del suo pigiama macchiato di sangue con cui quest’ultimo dormì poco prima di morire). L’avvenimento è stato ritenuto inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche dalla Consulta scientifica della Congregazione delle Cause dei Santi.

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