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Catechesi e Preghiera “Il seme tra i rovi”

Da Redazione
Canto iniziale: : Scendi su di noi
Esposizione eucaristica
Dal Vangelo secondo Marco (4,3-6.20):
«Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra;
e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò.
Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto.
[…] sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto».
LA TERZA PATOLOGIA: ASCOLTARE SOLO CIÒ CHE NON CI COSTA NULLA
La parabola del seminatore è fondamentalmente la parabola che ci indica il cammino della vita cristiana e ce lo tratteggia, appunto, come un percorso per imparare ad ascoltare la Parola. Così scrive san Paolo nella Lettera ai Romani: «Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo» (Rm 10,17). La fede viene dall’ascolto, dalla predicazione, dall’accoglienza della Parola di Dio. Per questo tutto ciò che impedisce l’ascolto alla fine porta anche al fallimento della nostra vita spirituale.
Ascoltare la Parola di Dio è diverso che ascoltare le parole umane, perché ciò che già possiamo riscontrare nelle relazioni umane vale ancora di più nella relazione con Dio. Infatti, abbiamo visto come l’ascolto spesso fallisce perché il nostro atteggiamento è tipico di chi rifiuta di accogliere ciò che sembra assurdo, che non rientra nella nostra conoscenza, che non si capisce, mentre magari ci viene solo chiesta una maggiore dose di docilità a qualcosa di nuovo, ma non di irragionevole. Poi l’ascolto fallisce quando si è superficiali e non si è disponibili ad accogliere ciò che non dà sensazioni piacevoli, per cui alle prime situazioni difficili, ecco che la parola viene rifiutata. Infine c’è un terzo caso di fallimento paragonato al seme che cade tra i rovi. Pure in questa fattispecie il seme cresce, magari stavolta anche di più, ma alla fine viene sovrastato dai rovi, dalle spine che gli crescono addosso e il tutto si rovina. Nella spiegazione di Gesù il simbolo rimanda a coloro che sembrano accogliere la Parola di Dio, però poi alla fine preferiscono il mondo delle passioni, i poteri e le ricchezze del mondo.
La terza patologia dell’ascolto è quella di coloro che ascoltano solo ciò che non costa loro nulla. Quante volte ascoltiamo la Parola di Dio, ma insieme a tante altre cose, vivendo in una sorta di multitasking, cercando di voler mettere insieme tutto e il contrario di tutto.
Il problema in questo caso non è né la non comprensione, né la difficoltà, ma la non-scelta. Non è possibile che quando
Dio ci parla non ci possa dire qualcosa che non vada a cambiare il nostro stato di vita e modo di vivere. Spesso anzi la Parola di Dio ha proprio questa funzione: ci chiede di fare una scelta, di cambiare, di convertirci. Chiunque vuole mettersi alla sequela del Signore deve essere ben consapevole che ciò richiederà delle rinunce perché l’amore di Dio è incompatibile con la ricerca del proprio esclusivo benessere.
Canto: Potevo solo farmi uomo
Dalla lettera agli Ebrei (4,12): «Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore».
LA PAROLA DI DIO COME SPADA DEL DISCERNIMENTO
Questo testo tratto dalla Lettera agli Ebrei ci mostra chiaramente che la Parola di Dio non ha una funzione esclusivamente consolatoria, ma anzi per il nostro bene necessariamente deve in qualche modo comportarsi come una spada. Alcuni maestri dello spirito sostengono che come cartina di tornasole riguardo alla nostra preghiera, noi possiamo renderci conto di aver pregato bene se alla fine in qualche modo ci sentiamo “contestati” dalla Parola, cioè se ci siamo sentiti messi in discussione, scossi, sorpresi, chiamati anche a un piccolo cambiamento.
In questo caso in gioco viene soprattutto la nostra volontà, che può essere un altro ostacolo per l’ascolto. La spada di cui si parla è la spada del discernimento, delle decisioni, delle scelte, perché la Parola di Dio che raggiunge il profondo del nostro cuore valuta i nostri pensieri e sentimenti e ci chiama a decidere tra la nostra missione d’amore e le seduzioni del mondo.
Spesso si fa notare come il vero problema degli indecisi è il vizio dell’avarizia. Forse non ce lo aspetteremmo, ma se ci pensiamo bene è così: l’indeciso è colui che non sa scegliere perché in fondo non vuole perdere niente, non vuole fare rinunce e così ecco che si ritrova a non voler scegliere mai, cercando di tenere tutto, di fare compromessi con tutto, salvo poi rendersi conto che così facendo si ritrova a perdere tutto.
Ci troviamo davanti al mistero eucaristico, Gesù presente in mezzo a noi vivo e vero. Ebbene Egli è pane spezzato. Si fa
vivo e presente con noi nella specie del pane spezzato durante la celebrazione eucaristica. Per quale motivo? Perché il suo amore per poter donarsi a tutti ed essere condiviso richiede di essere spezzato.
Questo gesto indica la finalità della nostra vita. Sentiamo dire spesso: “sono un uomo tutto d’un pezzo”, ma spesso invece c’è bisogno che ognuno di noi sia spezzato, sia ridimensionato. I monaci benedettini parlano di “spezzare i pensieri in Cristo”.
Noi abbiamo i nostri pensieri, progetti, pretese, abitudini e per entrare nell’amore dobbiamo lasciare che siano spezzati. È l’esperienza dell’essere portati a qualche cosa che non è secondo il nostro presupposto e il nostro progetto. Perché compaiano le opere di Dio, perché compaia il Corpo di Cristo, che è la comunione fra Dio e gli uomini, bisogna lasciarsi spezzare e, quindi, spiazzare. Molte persone che non si spezzano, restano esattamente ciò che hanno pensato di essere, anche nella Chiesa. Ma così non entrano nella vita nuova dei figli di Dio.
Padre Nostro
Preghiamo.
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Benedizione eucaristica
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