Primavera Missionaria News. Dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo
Chiesa di Cristo, chiesa sempre in uscita

Di Domenico Barbati
«La Chiesa di Cristo era, è e sarà sempre in “uscita” verso i nuovi orizzonti geografici, sociali, esistenziali, verso i luoghi e le situazioni umane “di confine” per rendere testimonianza di Cristo e del suo amore del suo amore a tutti gli uomini e le donne di ogni popolo, cultura, stato sociale» (Papa Francesco, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2022). Questa affermazione “chiesa in uscita” in teoria sempre valida in ogni epoca e ambiente, in realtà spesso si è rintanata nel proprio guscio, si è ridotta al massimo ad affacciarsi alla finestra o alla porta per osservare la realtà, senza mescolarsi, senza sporcarsi le mani.
Oggi più che mai la Chiesa deve avvicinare e abitare, senza pregiudizi, ogni orizzonte geografico, sociale, esistenziale, ogni situazione di confine per vivere con gli altri fratelli e sorelle la presenza di Cristo, del suo amore per ogni essere umano, senza distinzione di popolo, di cultura e di stato sociale.
Nel nostro periodo di grandi migrazioni il cristiano deve vivere la propria fede non per imporla ad altri, ma per presentare un modello da condividere.
Ogni situazione umana ha necessità di essere raggiunta ed evangelizzata perché il sacrificio di Cristo crocifisso sia fonte di emancipazione, di liberazione, di salvezza.
Oggi sono tante le situazioni di confine: povertà crescente per le varie modalità del COVID, per la guerra russo-ucraina, per il problema della energia, per il flusso sempre più consistente di popoli in fuga da guerre e guerriglie, per flagelli sociali e climatici, per l’eccessivo arricchimento di pochi, per il degrado morale crescente di tante società, per comunità sociali indifferenti verso l’educazione e la formazione dei giovani e per una scarsa trasmissione ad essi di valori autentici, con l’abbandono a se stessi senza un impegno serio, per inserirli gradatamente nelle diverse realtà locali, per una tacita assuefazione di rifugiarsi nel falso paradiso della droga come rimedio per affrontare momenti personali difficili, per una classe politica più interessata all’affermazione personale o partitica che al bene comune.
Tutti questi elementi negativi potrebbero diventare occasioni positive, se inserite in un vero programma di accoglienza e di accompagnamento. Oggi la Chiesa in uscita è una Chiesa che non ha paura di queste realtà, ma le accetta e vive in mezzo ad esse con l’obiettivo di proporre un modello alternativo di recupero, di riabilitazione, di liberazione.
Cristo all’O.N.U.
Spinto dalla folla stanca,
Cristo arrivò al palazzo dell’O.N.U.:
aveva il volto stanco del disoccupato,
il passo incerto del profugo,
le spalle curve del minatore,
l’occhio triste dell’emigrato,
le mani incerte dell’uomo del sud,
il cuore assetato del giovane.
Non era raccomandato da nessuno;
solo il pianto degli umili lo spingeva;
la giustizia per i deboli era la sua forza.
Bussò: c’era il veto per Lui;
gli uomini non erano liberi;
sulla soglia della civiltà trovò le barriere.
Lesse i diritti degli uomini: ebbe
compassione.
L’uomo ha diritto alla vita: e un bimbo
vietnamita gli disse che non era vero;
L’uomo ha diritto all’istruzione: e un
bracciante dell’entroterra pattese gli disse
che non era vero.
L’uomo ha diritto al lavoro: ed un uomo
del sud gli disse che da anni è vero il
contrario.
L’uomo ha diritto alla pace: e una
vedova di guerra gli disse che nessuno
pensava a lei.
L’uomo ha diritto alla famiglia: e
un ragazzo disadattato gli disse cosa
significassero quelle parole.
L’uomo ha diritto alla libertà: e un
cecoslovacco si mise a piangere.
Cristo scese dal palazzo di vetro.
Quando la folla gli chiese il risultato della
sua visita,
allargò le braccia: era ancora crocifisso,
come il Venerdì Santo.
Poi la folla dileguò
Pioveva.
Cristo rimase solo sotto l’acqua,
come tanti e tanti altri.
Nessuno si fermò;
nessuno lo invitò a salire in macchina.
Oggi, Pasqua…, Egli è ancora là.
quando gli passeremo davanti, ci
fermerà
e cercherà di farci capire che anche tu,
anch’io siamo colpevoli d’averlo
crocifisso,
nel mondo d’oggi, fuori dal palazzo di
vetro
a New York, a Londra, a Mosca, a
Milano, a Roma,
nella nostra città, nel nostro piccolo
paese,
forse anche a casa tua, forse nel tuo
cuore,
nella tua gente, nella nostra gente.
Un membro dei Soci Costruttori di cui fa parte don Domenico Barbati
Editoriale

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