Primavera Missionaria News. Dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo
Confessare un aborto e rinascere… ad una vita nuova

Di Vincenzo Giannuzzi
Padre Vincenzo,
mi chiamo Monica, ho 20 anni. Le scrivo perché porto nel cuore un dolore grande che è stato nello stesso tempo la causa da cui è iniziato il cammino di fede. È proprio vero quello che ho sempre sentito che Dio lo si incontra nella vita concreta. Ecco io l’ho incontrato nel dolore causato da un aborto. Quando rimasi incinta ero ancora una ragazzina, avevo 17 anni, non sapevo cosa fare, ero spaventatissima. I miei genitori e il padre del bambino volevano assolutamente che abortissi, perché vedevano il bambino come un ostacolo per la realizzazione della mia vita. Non sapevo cosa fare e decisi di abortire. Da lì è iniziato il mio calvario. Ho vissuto un periodo di attacchi di panico, di ansia, di senso di colpa.
Il mio desiderio era quello di morire, ero disperata e proprio in quel momento della mia vita ho gridato. Avevo tante persone intorno che volevano aiutarmi ma rifiutavo tutti. Come dicevo, in un momento di grande disperazione, davanti ad un piccolo crocifisso che ormai porto sempre con me ho gridato: AIUTAMI TU, SE ESISTI VERAMENTE AIUTAMI TU. Dopo qualche giorno, dietro una continua insistenza da parte di mia zia, ho conosciuto un sacerdote, era proprio un Missionario del Preziosissimo Sangue che era lì per una predicazione in onore della festa patronale. Mi sono avvicinata a lui e appena ho visto il Crocifisso ho iniziato a piangere. Nel sacramento della riconciliazione posso dire di aver incontrato l’amore di Gesù.
Padre io le scrivo per chiedere preghiere per me e la mia famiglia. Da quell’incontro ho iniziato il mio cammino di fede accostandomi molto spesso al Sacramento della confessione, alla messa domenicale e faccio di tutto per vivere anche quella quotidiana. Non smetterò mai di chiedere perdono al Signore per il male che ho fatto, non permettendo a quel bimbo, mio figlio, di nascere, ma nello stesso tempo lo ringrazio ogni giorno perché, nonostante il dolore e nel dolore che nessuno potrà mai cancellare, mi sento amata, voluta
bene. È paradossale quello che vivo, ma è ciò che sento nel cuore. Il cammino è difficile e comprendo sempre più che tutto è un dono, che nulla è meritato. Anche un figlio è un dono immeritato, da accogliere e amare.
Padre, grazie di aver accolto attraverso queste mie parole la mia vita. Le chiedo di pregare per me perché possa ricordarmi sempre di essere amata, nonostante tutto.
Monica
Carissima Monica, grazie di questa tua testimonianza di vita. Ecco io riprendo le tue parole dicendoti che è proprio lo Spirito Santo a ricordarti sempre che sei amata, perdonata, ed è l’esperienza più bella che si vive nella Confessione sacramentale. Da quella confessione è iniziato il tuo cammino di conversione, scoprendo quanto sei preziosa agli occhi di Dio. Anche se il dolore si fa sentire continua a camminare, ricordandoti che da quel tragico male tu sei rinata.
Dio ti benedica.
Editoriale

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