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Dalla terra alle cose di lassù

GOCCE DI SCRITTURA
L’Epistola agli Ebrei /10
Dalla terra alle cose di lassù
(Eb 8)
Di Giuseppe Pandolfo
In questo nostro appuntamento approfondiamo alcuni aspetti trattati nel capitolo 8 della Lettera agli Ebrei.
In questa sezione possiamo notare degli approfondimenti su quanto è stato espresso in precedenza, ma anche degli ulteriori sviluppi nella sottolineatura della differenza tra il sacerdozio levitico, derivante dal dono della legge sul Sinai, e quello di Cristo quale mediatore di un’Alleanza Nuova inaugurata con la sua morte e resurrezione.
Se il sacerdozio dell’antica alleanza non era in grado di santificare e di salvare, in quanto la sua opera era solamente esteriore, adesso, quello che è esercitato da Cristo nel suo mistero pasquale di morte e resurrezione è in grado di agire interiormente negli uomini.
L’autore del nostro testo sottolinea come punto centrale della sua argomentazione che Cristo si è assiso alla destra della maestà nei cieli (cfr. Eb 8,1-3), il suo sommo sacerdozio non si pone su un livello terreno, ma su un livello celeste.
La sua offerta iniziata sulla terra si è compiuta nel cielo dove è salito e dove ogni cosa assume i caratteri dell’eternità, per cui non si deteriora nulla (cfr. Mt 12,19-21) con il passare del tempo e nulla necessita di essere rinnovato.
Al contrario, nell’antica alleanza le offerte del sacerdozio giudaico dovevano essere rinnovate ripetutamente e questo indicava l’inefficacia di tale ministero insieme a quella della legge, che da sola non può salvare.
Queste argomentazioni possono aiutarci a comprendere alcune cose importanti. Prima di tutto, come cristiani e come
battezzati, abbiamo ricevuto il sacerdozio di Cristo.
Ogni battezzato infatti è sacerdote. Ogni cristiano può fare un’offerta a Dio: la sua vita, il suo lavoro, la sua esperienza, la sua quotidianità, ma poiché nel battesimo viviamo non solo la nostra vita, ma la nostra vita unita a quella di Cristo, è Gesù stesso come sommo sacerdote che rende capace di ottenere salvezza ogni nostra offerta.
Tutto di noi entra nella Pasqua di Cristo, tutto di noi entra nel cielo e nell’eternità, ogni volta che alimentiamo la relazione con Lui nell’Eucaristia, nella preghiera, nell’ascolto della Parola e nella carità.
Per questo anche la nostra vita e ogni cosa che viviamo in essa cominciano su questa terra e si compiono nel cielo, dove è Cristo.
In questo modo comprendiamo le parole dell’apostolo Paolo, quando dice: «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!» (Col 3,1-3).

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