dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo
Don Innocenzo Betti

Di Giandomenico Piepoli
ยซLei devesi fare Missionario, lei deve farsi Missionarioยป. Don Gaspareย del Bufalo lo dovette ripetere piรน volte prima di averlo tra i suoi. Li legherร poi un grande amore per lโIstituto assieme a una fiducia e unโamicizia profonda in una sincera stima reciproca. Don Innocenzo entrรฒ nellโIstituto nellโanno 1819. Nella โMemoria autografaโ ci fa sapere che fin dal 1816 aveva conosciuto per fama don Gaspare, specialmente dalle parole di un certo P. Bernardino da S. Elpidio a Mare, Cappuccino, uomo di santa vita che gli raccontรฒ โle meraviglie operate dal Servo di Dio nella Missione di Anconaโ del settembre 1816. Cosรฌ, il
2 luglio 1819 don Innocenzo si portรฒ a Sarnano, in provincia di Macerata, per incontrare i Missionari e assistere alla loro Missione. Se non che, contro il previsto, fu costretto a prendere parte attiva al ministero. Infatti, prima che i Missionari giungessero in paese, don Gaspare lo scorse da lontano, lo chiamรฒ, e sceso subito da cavallo, senza tanti preamboli, gli consegnรฒ lโimmagine di San Francesco Saverio perchรฉ la portasse, nel solenne ingresso, fino alla Chiesa. โIl giorno appressoโ, racconta don Innocenzo, โappena mi vide, mi ordinรฒ di far venire dalla mia patria la sottana talare, affinchรฉ potessi prestarmi ad ascoltare le confessioni nel tempo della Missioneโ. Don Innocenzo lo fece e durante la Missione don Gaspare gli ripetรฉ la chiamata alla quale rispondeva sempre negativamente. Dal palco chiese al popolo di pregare perchรฉ don Innocenzo fosse illuminato e decidesse di accogliere la volontร di Dio.
Alla fine don Innocenzo si arrese e lโultimo giorno della Missione pregรฒ lโArcivescovo di Camerino, Mons. Mattei, di mettergli il Crocifisso da Missionario. Nel medesimo giorno partรฌ per Giano, assieme a don Gaspare e altri Missionari. Era lโ11 luglio 1819. Don Innocenzo nacque in Sanginesio (provincia di Macerata – diocesi di Camerino) da Nicola e Nicoletta Palombi, il 26 dicembre 1781. Ordinato sacerdote, fu canonico della Collegiata del suo paese e Vicario Foraneo. Rinunziรฒ al Canonicato di Sanginesio, conservando a somiglianza di don Gaspare, solo il titolo di Canonico onorario. Seguรฌ il Canonico romano in varie Missioni ed altri ministeri che diramavano in ogni parte nuova vita e amore nel Sangue del Nuovo Patto.
Quindi fu destinato alla Casa di Pievetorina; poi a quella di Giano. Leggiamo nei documenti che da principio non riusciva gran che nella predicazione sia per naturale timidezza, sia per mancanza di esercizio; ma stando accanto a San Gaspare acquistรฒ ben presto sicurezza e facilitร nellโarte del dire, brillava particolarmente nei Catechismi per il suo modo di porgere familiare e grazioso e fu stimato quale esperta guida spirituale.
Nel 1822 venne chiamato dal Fondatore nella provincia di Marittima e Campagna, regioni del basso Lazio, dove egli, per volere di Pio VII, stava aprendo varie Case di Missione nelle zone piรน battute dai briganti, operando tra entusiasmo e acclamazioni, ma anche insulti, minacce e ostilitร , con la sola arma della parola di Dio. Nel giugno dello stesso anno lo condusse con sรฉ alla Missione di Benevento che si tenne dal 15 al 30 giugno 1822. La โDeposizioneโ di don Giovanni Merlini racconta che la Missione โriuscรฌ fruttuosissima e tale che invogliรฒ quei cittadini di uno stabilimento delle sante missioniโ (p. 259). Don Gaspare ebbe subito a cuore lโistanza dei cittadini e delle autoritร di Benevento e pregรฒ per piantare lรฌ la Casa di Missione come pacificazione sociale: โun bene grande, che si diramerร nello stesso Regno di Napoli, ove tanti sono i bisogni spiritualiโ. Si pensava di lasciare immediatamente i Missionari nella cittร ;
ma niente si potรฉ concludere al tempo della Missione relativamente alla Casa per cui don Innocenzo fu ivi trattenuto per trattare lโaffare. Egli seppe condurre tutto a buon termine con molta pazienza ed abilitร ; sicchรฉ il 24 febbraio 1823, con rescritto dellโArcivescovo Card. Spinucci, furono ceduti alla Congregazione il convento e la chiesa di Santa Maria del Carmine, detta anche di SantโAnna, appartenuti in passato ai Padri Carmelitani. Ivi, il 10 marzo, sโinaugurรฒ la Casa di Missione, di cui don Innocenzo fu nominato Presidente e fu Superiore per ventisette anni. Fu Missionario in opera in mezzo al popolo. Le sue belle doti, le sue virtรน, le opere grandi che promuoveva, gli attirarono la simpatia e la venerazione di tutta la cittร . Il Clero e il popolo lo ritenevano uomo dotto e santo. Fu tale lโattaccamento dei beneventani per don Innocenzo che il Fondatore nonย potรฉ mai trasferirlo in altra Casa, benchรฉ diverse volte si proponesse di farlo.
Un fatto da ricordare nella vita di questo grande Missionario fu lโaver difeso strenuamente lโIstituto e il suo titolo, quando โsi era scatenato lโinferno contro dellโOpera e del Canonico del Bufaloโ. Nel giugno del 1825, mentre si trovava a Roma per predicazione, egli stesso racconta che fu molto โamareggiato pel discredito, avvilimento e positivo disprezzo in che si teneva lโIstituto e i Missionari dal Papa, dai Cardinali, dai Prelati e dal Cleroโ, malgrado la grande stima che presso tutti, e particolarmente presso Leone XII, godeva il Fondatore. Don Innocenzo non restรฒ in silenzio e con la sua solita franchezza prese a ribatterli tutti quei personaggi importanti della scena romana che muovevano accuse allโIstituto. Ne parlรฒ con Leone XII in udienza concessa il 29 giugno 1825 per presentare al Pontefice un Memoriale sui Missionari e per implorare la concessione di certi uffici per la Congregazione. In seguito perรฒ il Papa, per essere stato mal prevenuto da alcuni che disapprovavano il titolo dellโIstituto, di proprio pugno cancellรฒ il titolo sostituendolo con quello del Santissimo Salvatore. Il fatto procurรฒ molto dolore e lacrime a don Gaspare. Don Innocenzo scrisse una lettera a Mons. Cristaldi, โil sostegno da Dio dato allโOperaโ, sottolineando le incongruenze in cui era incorso il Papa col suo gesto inconsiderato e impegnando lโamico ad intervenire in difesa dellโIstituto. Nellโagosto dello stesso anno il Fondatore, ricevuto per interessamento di Mons. Cristaldi da Leone XII, ebbe modo di smontare pezzo per pezzo le artificiose argomentazioni di coloro che lo allarmavano โsotto aspetto di zeloโ e riuscรฌ a cambiare radicalmente le sue idee verso lโIstituto.
Le contraddizioni, dice don Giovanni Merlini nella โDeposizioneโ, non solo sโincontrano per il titolo, per le fondazioni, per le opere, ma โanche dagli stessi compagni si ebbero degli urtiโ (p. 308 ss.). La cordiale amicizia fra don Gaspare e don Innocenzo non fu unโamicizia facile. Don Innocenzo infatti, nonostante i suoi meriti, โera uomo tenacissimo del propositoโ, fermo nelle sue vedute, e per di piรน focoso nel sostenerle. โDon Gaspare lo aveva incaricato di raccogliere le norme che lโIstituto via via si era date e di farne una epitome. [โฆ].
Quando il Betti lโebbe finito, lo considerรฒ una sorta di bibbia, intangibile. Allorchรฉ don Gaspare apportava mutamenti, don Innocenzo faceva sentire il proprio lamento, in crescendo, finchรฉ la sua risultรฒ una rivolta. Dapprima impugnรฒ i provvedimenti in sรฉ: quindi lโautoritร di don Gaspare a introdurre mutamentiโ (M. Colagiovanni, Il โcommedianteโ di Dio, p. 267). Lโepisodio piรน clamoroso fu la polemica che egli mosse contro la Circolare del 3 dicembre 1830, con la quale il Fondatore assegnava lโabito ecclesiastico ai Fratelli Inservienti: polemica in cui furono trascinati gli altri Missionari di Benevento e si fece di tutto perchรฉ la Circolare non fosse posta in esecuzione.
Alla fine tutto terminรฒ con la completa sottomissione del โcontestatoreโ e dei suoi amici. Lโaccaduto, qui riportato brevemente, fu di gran croce per entrambi.
Nulla potรฉ allontanare don Gaspare dalla volontร di Dio e dal procedere con fermezza per rinsaldare lโunitร dellโOpera.
Fu una spina continua al suo spirito; un calice, a cui non aveva mai pensato, e cosรฌ scriveva: โLa croce รจ la bella scala del cielo e le opere del Signore non sono che frutto di lacrime, di stenti, di disprezzi e di umiliazioni. [โฆ]. Quante lezioni che Dio mi dร ! [โฆ]. Tutto pongo nelle piaghe del mio Gesรน e, memore di ciรฒ che predico agli altri, mi occuperรฒ a pregare ed a piรน pregareโ. Don Innocenzo continuรฒ instancabile a predicare e curare ogni condizione di persone, e tutto il popolo lo amรฒ e lo stimรฒ come un padre. I documenti di archivio โMembri dellโIstitutoโ riportano che fu tale la fama di santitร di questโuomo, che, dopo la sua morte, don Giovanni Merlini sโinteressรฒ seriamente dโintrodurne la Causa di Beatificazione. Passรฒ al Signore in Benevento il giorno 20 febbraio 1850

Tonnarelli alla cuccagna
Di Elena Castiglione
Sono una specialitร del noto…

Tonnarelli alla cuccagna
Di Elena Castiglione
Sono una specialitร del noto…
Colloqui con il padre

Tonnarelli alla cuccagna
Di Elena Castiglione
Sono una specialitร del noto…
Altri in evidenza
Tonnarelli alla cuccagna
Di Elena Castiglione
Sono una specialitร del noto…
Andare fuori dall’accampamento
Di Giuseppe Pandolfo
Negli ultimi versetti di questo…
Jurgen Moltman
Di Pierino Montini
Risale al 1970 e al…
Altri in evidenza

Tonnarelli alla cuccagna
Di Elena Castiglione
Sono una specialitร del noto…

Andare fuori dall’accampamento
Di Giuseppe Pandolfo
Negli ultimi versetti di questo…

Jurgen Moltman
Di Pierino Montini
Risale al 1970 e al…

La nostra voce forte, chiara e decisa sulla societร , sul mondo, sullโattualitร , sulla cultura e soprattutto sulla nostra missione e vita spirituale come contributo prezioso alla rinascita e allo sviluppo della stessa Chiesa.
Abbonati alle nostre riviste
Compila il modulo on-line con i tuoi dati e riceverai periodicamente il numero della rivista a cui hai deciso di abbonarti.ย