dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo

Don Innocenzo Betti

Feb 15, 2021

Di Giandomenico Piepoli

ยซLei devesi fare Missionario, lei deve farsi Missionarioยป. Don Gaspareย del Bufalo lo dovette ripetere piรน volte prima di averlo tra i suoi. Li legherร  poi un grande amore per lโ€™Istituto assieme a una fiducia e unโ€™amicizia profonda in una sincera stima reciproca. Don Innocenzo entrรฒ nellโ€™Istituto nellโ€™anno 1819. Nella โ€œMemoria autografaโ€ ci fa sapere che fin dal 1816 aveva conosciuto per fama don Gaspare, specialmente dalle parole di un certo P. Bernardino da S. Elpidio a Mare, Cappuccino, uomo di santa vita che gli raccontรฒ โ€œle meraviglie operate dal Servo di Dio nella Missione di Anconaโ€ del settembre 1816. Cosรฌ, il
2 luglio 1819 don Innocenzo si portรฒ a Sarnano, in provincia di Macerata, per incontrare i Missionari e assistere alla loro Missione. Se non che, contro il previsto, fu costretto a prendere parte attiva al ministero. Infatti, prima che i Missionari giungessero in paese, don Gaspare lo scorse da lontano, lo chiamรฒ, e sceso subito da cavallo, senza tanti preamboli, gli consegnรฒ lโ€™immagine di San Francesco Saverio perchรฉ la portasse, nel solenne ingresso, fino alla Chiesa. โ€œIl giorno appressoโ€, racconta don Innocenzo, โ€œappena mi vide, mi ordinรฒ di far venire dalla mia patria la sottana talare, affinchรฉ potessi prestarmi ad ascoltare le confessioni nel tempo della Missioneโ€. Don Innocenzo lo fece e durante la Missione don Gaspare gli ripetรฉ la chiamata alla quale rispondeva sempre negativamente. Dal palco chiese al popolo di pregare perchรฉ don Innocenzo fosse illuminato e decidesse di accogliere la volontร  di Dio.
Alla fine don Innocenzo si arrese e lโ€™ultimo giorno della Missione pregรฒ lโ€™Arcivescovo di Camerino, Mons. Mattei, di mettergli il Crocifisso da Missionario. Nel medesimo giorno partรฌ per Giano, assieme a don Gaspare e altri Missionari. Era lโ€™11 luglio 1819. Don Innocenzo nacque in Sanginesio (provincia di Macerata – diocesi di Camerino) da Nicola e Nicoletta Palombi, il 26 dicembre 1781. Ordinato sacerdote, fu canonico della Collegiata del suo paese e Vicario Foraneo. Rinunziรฒ al Canonicato di Sanginesio, conservando a somiglianza di don Gaspare, solo il titolo di Canonico onorario. Seguรฌ il Canonico romano in varie Missioni ed altri ministeri che diramavano in ogni parte nuova vita e amore nel Sangue del Nuovo Patto.
Quindi fu destinato alla Casa di Pievetorina; poi a quella di Giano. Leggiamo nei documenti che da principio non riusciva gran che nella predicazione sia per naturale timidezza, sia per mancanza di esercizio; ma stando accanto a San Gaspare acquistรฒ ben presto sicurezza e facilitร  nellโ€™arte del dire, brillava particolarmente nei Catechismi per il suo modo di porgere familiare e grazioso e fu stimato quale esperta guida spirituale.
Nel 1822 venne chiamato dal Fondatore nella provincia di Marittima e Campagna, regioni del basso Lazio, dove egli, per volere di Pio VII, stava aprendo varie Case di Missione nelle zone piรน battute dai briganti, operando tra entusiasmo e acclamazioni, ma anche insulti, minacce e ostilitร , con la sola arma della parola di Dio. Nel giugno dello stesso anno lo condusse con sรฉ alla Missione di Benevento che si tenne dal 15 al 30 giugno 1822. La โ€œDeposizioneโ€ di don Giovanni Merlini racconta che la Missione โ€œriuscรฌ fruttuosissima e tale che invogliรฒ quei cittadini di uno stabilimento delle sante missioniโ€ (p. 259). Don Gaspare ebbe subito a cuore lโ€™istanza dei cittadini e delle autoritร  di Benevento e pregรฒ per piantare lรฌ la Casa di Missione come pacificazione sociale: โ€œun bene grande, che si diramerร  nello stesso Regno di Napoli, ove tanti sono i bisogni spiritualiโ€. Si pensava di lasciare immediatamente i Missionari nella cittร ;
ma niente si potรฉ concludere al tempo della Missione relativamente alla Casa per cui don Innocenzo fu ivi trattenuto per trattare lโ€™affare. Egli seppe condurre tutto a buon termine con molta pazienza ed abilitร ; sicchรฉ il 24 febbraio 1823, con rescritto dellโ€™Arcivescovo Card. Spinucci, furono ceduti alla Congregazione il convento e la chiesa di Santa Maria del Carmine, detta anche di Santโ€™Anna, appartenuti in passato ai Padri Carmelitani. Ivi, il 10 marzo, sโ€™inaugurรฒ la Casa di Missione, di cui don Innocenzo fu nominato Presidente e fu Superiore per ventisette anni. Fu Missionario in opera in mezzo al popolo. Le sue belle doti, le sue virtรน, le opere grandi che promuoveva, gli attirarono la simpatia e la venerazione di tutta la cittร . Il Clero e il popolo lo ritenevano uomo dotto e santo. Fu tale lโ€™attaccamento dei beneventani per don Innocenzo che il Fondatore nonย potรฉ mai trasferirlo in altra Casa, benchรฉ diverse volte si proponesse di farlo.
Un fatto da ricordare nella vita di questo grande Missionario fu lโ€™aver difeso strenuamente lโ€™Istituto e il suo titolo, quando โ€œsi era scatenato lโ€™inferno contro dellโ€™Opera e del Canonico del Bufaloโ€. Nel giugno del 1825, mentre si trovava a Roma per predicazione, egli stesso racconta che fu molto โ€œamareggiato pel discredito, avvilimento e positivo disprezzo in che si teneva lโ€™Istituto e i Missionari dal Papa, dai Cardinali, dai Prelati e dal Cleroโ€, malgrado la grande stima che presso tutti, e particolarmente presso Leone XII, godeva il Fondatore. Don Innocenzo non restรฒ in silenzio e con la sua solita franchezza prese a ribatterli tutti quei personaggi importanti della scena romana che muovevano accuse allโ€™Istituto. Ne parlรฒ con Leone XII in udienza concessa il 29 giugno 1825 per presentare al Pontefice un Memoriale sui Missionari e per implorare la concessione di certi uffici per la Congregazione. In seguito perรฒ il Papa, per essere stato mal prevenuto da alcuni che disapprovavano il titolo dellโ€™Istituto, di proprio pugno cancellรฒ il titolo sostituendolo con quello del Santissimo Salvatore. Il fatto procurรฒ molto dolore e lacrime a don Gaspare. Don Innocenzo scrisse una lettera a Mons. Cristaldi, โ€œil sostegno da Dio dato allโ€™Operaโ€, sottolineando le incongruenze in cui era incorso il Papa col suo gesto inconsiderato e impegnando lโ€™amico ad intervenire in difesa dellโ€™Istituto. Nellโ€™agosto dello stesso anno il Fondatore, ricevuto per interessamento di Mons. Cristaldi da Leone XII, ebbe modo di smontare pezzo per pezzo le artificiose argomentazioni di coloro che lo allarmavano โ€œsotto aspetto di zeloโ€ e riuscรฌ a cambiare radicalmente le sue idee verso lโ€™Istituto.
Le contraddizioni, dice don Giovanni Merlini nella โ€œDeposizioneโ€, non solo sโ€™incontrano per il titolo, per le fondazioni, per le opere, ma โ€œanche dagli stessi compagni si ebbero degli urtiโ€ (p. 308 ss.). La cordiale amicizia fra don Gaspare e don Innocenzo non fu unโ€™amicizia facile. Don Innocenzo infatti, nonostante i suoi meriti, โ€œera uomo tenacissimo del propositoโ€, fermo nelle sue vedute, e per di piรน focoso nel sostenerle. โ€œDon Gaspare lo aveva incaricato di raccogliere le norme che lโ€™Istituto via via si era date e di farne una epitome. [โ€ฆ].
Quando il Betti lโ€™ebbe finito, lo considerรฒ una sorta di bibbia, intangibile. Allorchรฉ don Gaspare apportava mutamenti, don Innocenzo faceva sentire il proprio lamento, in crescendo, finchรฉ la sua risultรฒ una rivolta. Dapprima impugnรฒ i provvedimenti in sรฉ: quindi lโ€™autoritร  di don Gaspare a introdurre mutamentiโ€ (M. Colagiovanni, Il โ€œcommedianteโ€ di Dio, p. 267). Lโ€™episodio piรน clamoroso fu la polemica che egli mosse contro la Circolare del 3 dicembre 1830, con la quale il Fondatore assegnava lโ€™abito ecclesiastico ai Fratelli Inservienti: polemica in cui furono trascinati gli altri Missionari di Benevento e si fece di tutto perchรฉ la Circolare non fosse posta in esecuzione.
Alla fine tutto terminรฒ con la completa sottomissione del โ€œcontestatoreโ€ e dei suoi amici. Lโ€™accaduto, qui riportato brevemente, fu di gran croce per entrambi.
Nulla potรฉ allontanare don Gaspare dalla volontร  di Dio e dal procedere con fermezza per rinsaldare lโ€™unitร  dellโ€™Opera.
Fu una spina continua al suo spirito; un calice, a cui non aveva mai pensato, e cosรฌ scriveva: โ€œLa croce รจ la bella scala del cielo e le opere del Signore non sono che frutto di lacrime, di stenti, di disprezzi e di umiliazioni. [โ€ฆ]. Quante lezioni che Dio mi dร ! [โ€ฆ]. Tutto pongo nelle piaghe del mio Gesรน e, memore di ciรฒ che predico agli altri, mi occuperรฒ a pregare ed a piรน pregareโ€. Don Innocenzo continuรฒ instancabile a predicare e curare ogni condizione di persone, e tutto il popolo lo amรฒ e lo stimรฒ come un padre. I documenti di archivio โ€œMembri dellโ€™Istitutoโ€ riportano che fu tale la fama di santitร  di questโ€™uomo, che, dopo la sua morte, don Giovanni Merlini sโ€™interessรฒ seriamente dโ€™introdurne la Causa di Beatificazione. Passรฒ al Signore in Benevento il giorno 20 febbraio 1850

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