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La realtà chiama… e tu rispondi: «Eccomi!!!»

Di Giacomo Manzo

Dopo la sua conversione a Parigi nell’Università e nel Collegio Santa Barbara attraverso l’amicizia di due santi come Sant’Ignazio di Loyola e San Pietro Fabro, nel 1534 i primi sette «amici nel Signore», che saranno poi i futuri gesuiti, fecero i loro voti di povertà e castità, impegnandosi ad andare in Terra Santa o a mettersi a disposizione del Papa per la missione universale della Chiesa.
Ma come spesso avviene con la vita spirituale, lo Spirito Santo ci conduce per altre vie. Così ecco che nessuna nave poteva partire per la Terra Santa visto il conflitto in corso tra la Turchia e Venezia. Il loro voto prevedeva di aspettare massimo fino al 6 gennaio 1538, altrimenti avrebbero chiesto al Papa cosa fare. Pensate: era la prima volta dopo tanti anni che nessuna nave partiva per la Terra Santa. Ordinato sacerdote, Francesco svolse nel frattempo la sua attività apostolica a Bologna insieme a uno dei primi sette «compagni», Nicolás Bobadilla. Qui si metteva ad insegnare il catechismo nelle piazze e si dice che dai suoi occhi sprizzasse un ardore che affascinava e attraeva anche se magari il suo parlare era talora sgrammaticato proprio perché l’obiettivo principale per lui era il coinvolgere e lo scuotere le persone al Vangelo di Gesù Cristo, al suo amore e alla sua potenza sopra ogni male.
Quest’ardore apostolico in lui cresce sempre di più. A Bologna, ad esempio, si ammala di febbre quartana, una sorta di malaria caratterizzata, appunto, da febbre intermittente. Ebbene, seppure ridotto ad essere molto magro, quasi uno scheletro, assai debilitato, tuttavia eccolo affrontare il viaggio per andare a Roma e mettersi a disposizione del Papa e della Chiesa insieme ai suoi amici. Siamo nell’aprile del 1538 ed ormai è decisa la prossima nascita del nuovo ordine: la Compagnia di Gesù. I gesuiti si caratterizzano anzitutto per questo: sono missionari e vanno dove c’è bisogno. La loro spiritualità è apostolica, come quella che caratterizzerà, d’altronde, anche i Missionari di San Gaspare. Quindi ciò che più conta è il discernimento con lo Spirito Santo per cercare, trovare e vivere la volontà di Dio.
Lo Spirito Santo ci parla sia esternamente attraverso la realtà, i superiori, le circostanze, gli eventi, gli incontri, ecc.; sia internamente attraverso le mozioni (pensieri e sentimenti) che muovono il nostro spirito, il profondo del nostro essere verso Dio e che sono sempre contrarie a quelle mozioni che, invece, provengono dallo spirito nemico. Il presupposto di fondo del discernimento è che la volontà di Dio è l’amore senza misura che s’incarna nella nostra personalità: la vocazione è sempre il frutto di un dialogo tra due libertà, quella di Dio e la nostra. Si scopre così che la volontà di Dio corrisponde al nostro desiderio più autentico e profondo, alla nostra felicità più vera. Solo Cristo infatti «svela anche pienamente l’uomo a se stesso» (GS 22).
Così ecco che il re del Portogallo, Giovanni III chiede al Papa due missionari per l’India. Ignazio pensa a Bobadilla e Rodrigues, perché per Saverio ha altre idee e lo vuole a Roma con sé. Ma Bobadilla si ammala. Siamo al 14 marzo 1540 e il giorno dopo, il 15 marzo, doveva partire il secondo missionario. Un solo giorno! Un’emergenza! Ignazio vede Francesco e gli spiega la situazione: «Doveva partire Bobadilla… ma… insomma… l’incarico tocca a voi». Pochi secondi e Francesco coglie la volontà di Dio in tutti questi fatti. Risponde secco: «Pues, sus; héme aquí», cioè: «Sì, eccomi!». Così andò a prepararsi il bagaglio. Eccolo il bagaglio del prete missionario: il breviario per la preghiera della Chiesa, una specie di catechismo, un testo con la Scrittura e i commenti dei Padri della Chiesa e poi due vecchi pantaloni e una tonaca da prete già malridotta.
Arrivato a Lisbona, dovette aspettare quasi un anno prima di partire per le Indie. Ad un certo punto accade anche che il re voleva tenersi almeno un prete per il Portogallo. Ma chi dei due? Simón Rodrigues o Francesco Saverio? La scelta cade sul primo, per Francesco la chiamata è senza dubbio l’Oriente!
Quindi la partenza, il 7 aprile del 1541.
è questa la volontà di Dio. Certo, ora Francesco non capisce ancora tutto, ma ben presto si accorgerà che questa era la sua via personale alla santità e ad una vita pienamente realizzata nell’amore di Dio. Ancora oggi questa vita sconvolge.
Nella prossima puntata capiremo ancora meglio perché.
(2 – segue)

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