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La sposa attende l’eterno dialogo d’amore

Di Giulio Martelli

LE NOZZE DELL’AGNELLO /5a puntata

Intanto l’esistenza terrena della sposa va creando le condizioni per l’eterno dialogo d’amore con lo Sposo. La sua storia ha come due movimenti.
All’inizio predomina un movimento “discendente”: Dio viene incontro alla sposa desiderata, assumendone la natura (cfr. Gv 1,14) per essere il più possibile “simile” a lei. Come lei e per lei, eccetto il peccato, ha voluto sperimentare tutto: debolezze, fatiche e infine la morte (cfr. Eb 4,15). Rinunciando visibilmente alla sua gloria e ricchezza, ha voluto essere povero (2Cor 8,9) e spregevole come uno schiavo, esposto all’ignominia e alla morte di croce (Fil 2,6−7).
Da quando lo Sposo è tornato al Padre, il movimento si fa “ascendente”.
«Questa è la speranza della Chiesa» − dice sant’Ambrogio −: «essere innalzata nella verità, essere rapita e portata nella sua casa del cielo» (Comm. in Lucam II, 87.88).
La sposa, divenuta “nuova creatura” ad opera dello Sposo, si porta progressivamente a fianco di lui: simile ad una regina orientale, avvolta in un manto dorato, seduta alla destra del Re (Sal 44,10).
Nel mondo, la Chiesa soffre insieme allo Sposo. «Tu comprenderai» − dice il senatore Cassiodoro «come la santa chiesa soffre in questo mondo. Senza interruzione il diavolo sferra i suoi attacchi […]. Una battaglia mortale, perché clandestina! Una lotta dura, perché l’avversario è più forte! “I miei nemici mi calpestano tutto il giorno”. È l’umiliazione più profonda quella di essere offesi a pedate. Ma da tale umiliazione scaturisce la vittima dei nostri altari, poiché non può non sgorgare il vino se il piede non pigia il grappolo d’uva.
Così il nemico pigia la Chiesa nelle sue membra. Ma da lì sgorgano le grazie divine per i santi» (Comm. Sal 55, in PL 70, 394/399).
Ma la Chiesa verrà esaltata con il suo Signore. «Sta tranquilla» − canta Efrem Siro − «il tuo Sposo in persona ti protegge da chi ti invidia portandoti rancore. / Beata sei tu, o Chiesa, / è un re che ti chiede in sposa, con la sofferenza egli ti rende gloriosa, / la tua salvezza fluisce nel momento in cui egli muore dissanguato, / la croce è diventata il suo letto nuziale, / il giorno della sua morte amara ti genera alla dolce vita, / ti rapisce, o donna beata, al trono del suo regno del cielo» (Inno 27, La Chiesa e la verginità). A contatto con la gloria dello Sposo, ella diverrà definitivamente tutta bella e immacolata: «capace di essere pienamente sposa perché resa, per grazia, pienamente vergine» (Congar).
Epifanio di Salamina non può resistere a questa visione e canta un meraviglioso inno alla “sposa del Libano”: «O paradiso dell’artista divino, / … sposa del Cristo che è senza peccato, / o sposa, tu che sei casta, congiunta in matrimonio / con l’unico uomo, nella fede… Come ti innalzi raggiante dal deserto, fondata sul tuo amato… Tu stai alla destra del re / nell’abito festivo con freegi d’oro, / in te non v’è più nulla di oscuro. Una volta sì, il sole ha bruciato te che eri nell’oscurità, ora tu sei bella e raggiante di luce» (Armadio di medicine contro tutte le eresie, III, 1. 2, c. 2).
Alla destra del suo Re, questi le rivelerà i suoi segreti e la introdurrà nell’intimità del Padre: «il rapporto che ha il Figlio unigenito col Padre diviene, in lui e per lui, il rapporto stesso degli uomini. Non è un altro rapporto. Gli uomini veramente sono assunti nel Figlio, sono veramente figli nel Figlio, una sola cosa con lui, una sola lode con lui al Padre» (Barsotti). Il Padre e il Figlio sono per l’altro, poiché il Padre è nel Figlio e il Figlio nel Padre (Gv 10,38). Ma là dov’è il Figlio, questi vuole che siano anche coloro che il Padre gli ha consegnato: la sposa, insieme allo Sposo, verrà a trovarsi nel seno del Padre (cfr. Gv 1,18), amata di pari amore (Gv 17,23.26).
E come il Padre è tutto nel Figlio (Gv 17,21), così sarà tutto nella sposa (Gv 17,23; 1Cor 15,28). Ella è dimora di lui (Ap 21,3), il trono sul quale sederà per tutti i secoli (Ap 4,9), l’ostensorio della sua gloria. In un inno della Chiesa armena si canta: «O tu che sei il seggio del trono a quattro pieghe, tu sei stupendamente adornata di dodici pietre preziose e sante. / benedetta fra tutte, vergine intatta, madre di Dio, tempio del Signore… luogo di riposo della sublime Trinità».
Il significato ultimo delle nozze eterne sarà la lode della gloria del Padre (Ef 1,12). La Chiesa, consegnata al Padre dal Figlio alla fine dei tempi (cfr 1Cor 15,24), costituirà la “lode della gloria” del Padre e del Figlio: del Figlio, perché è nel suo sangue che è stata redenta (Ef 1,7) e riconciliata assieme a tutte le altre creature (Col 1,20); del Padre, perché nella Chiesa santa, sposa del Figlio, egli vede adempito perfettamente il suo disegno d’amore (Ef 1,5.9.11).
La Chiesa infatti è «il traboccare di Dio al di fuori di sé, come il ripetersi della vita divina al di fuori del suo intimo seno, la rivelazione di Dio, la comunicazione di Dio: Dio in quanto rivelato, Dio in quanto comunicato, Dio in quanto posseduto, Dio in quanto vissuto nella creazione medesima che egli ha voluto precisamente per potersi donare» (Barsotti).
Per tutta l’eternità la Chiesa verrà a trovarsi in seno al Padre, come indigenza assoluta tutta aperta a ricevere. Il Padre si effonderà in lei come infinita ricchezza che incessantemente si dona, e la sposa vivrà sommersa nell’Amore del Padre e del Figlio. Il “dono” si diffonderà in lei come luce e fuoco, come pienezza di vita e beatitudine; e in un silenzio assoluto ma eloquente, la sposa “si ridonerà” annientandosi, per essere nell’eternità lode della gloria, gratitudine, adorazione.
«O amato, ricevi eterna lode, tu che col tuo proprio sangue hai chiesto la mano della Sposa» (Efrem, Inno 37, op. cit.).

Conclusione
− Nel contesto dell’Apocalisse, i vergini che seguono l’Agnello alludono alle nozze imminenti dell’Agnello con la Chiesa, sposa verginale. Abbiamo in tal modo collocato la “verginità”’ dei seguaci all’interno del mistero delle nozze Agnello−Chiesa.
− Ma tali nozze sono escatologiche, oggetto cioè d’una tensione della Chiesa a Lui, già amato con passione di sposa ma ancora non posseduto pienamente .
− Ci sembra che la nota caratterizzante la sequela di Gesù Cristo da parte delle Adoratrici del Sangue di Cristo sia la verginità cosi intesa e vissuta, in quanto quella sequela si specifica, a motivo della spiritualità del Sangue di Cristo, come sequela dell’Agnello dovunque va.
− Se ogni Istituto religioso accentua maggiormente un voto a preferenza degli altri due, non è forse la verginità nuziale che le Adoratrici del Sangue di
Cristo devono sottolineare?

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