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La straordinaria vita di don Giovanni!

di Marco Lambertucci

ZELO, PREGHIERA E CARITÀ:
LA STRAORDINARIA VITA DI DON GIOVANNI!
Il centocinquantesimo anniversario del transito del venerabile don Giovanni Merlini

«Abbiamo celebrato con gratitudine ed esultanza il 150° del transito del venerabile don Giovanni Merlini, che il Signore ha unito a sé il 12 gennaio del 1873. Insieme con i membri della Curia Generalizia dei Missionari del Preziosissimo Sangue abbiamo voluto promuovere e vivere questo evento così significativo, per entrambe le Congregazioni, attraverso un triduo di eventi che ci ha permesso di richiamare alla memoria del cuore le origini delle nostre comunità e di riassaporare il gusto di una santità possibile trasmessa a noi, come eredità, dalle figure eroiche e profetiche che sono state i pilastri della nostra storia santa». A parlare è sr. Nadia Coppa, Superiora Generale della Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo che, commentando i giorni trascorsi, afferma che «tra gli eventi programmati abbiamo avuto un’interessante e coinvolgente tavola rotonda a cui hanno partecipato in presenza molte Adoratrici, Missionari e laici e molti altri si sono uniti da remoto. Abbiamo parlato di santità, di vocazione battesimale, di cammini di fraternità da consolidare e di possibilità, per le due Congregazioni unite dallo stesso ideale, “seguire l’Agnello ovunque vada”, di continuare a scrivere pagine di storia di salvezza includendo tutti».
Don Emanuele Lupi, Moderatore Generale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, condivide che «quando guardo a don Giovanni vedo sicuramente un santo, un confratello e il successore del fondatore ma vedo anche l’uomo delle “due Congregazioni”, visto che ha molto a che vedere con le Adoratrici del Sangue di Cristo.
Anche la scelta del celebrante principale nella messa del 12 gennaio, mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, non è stata casuale. Non solo a Benevento ci sono i Missionari che quest’anno celebrano 200 anni di presenza in città, ma ci sono anche le suore Adoratrici. Il 10 gennaio, in occasione delle imminenti celebrazioni, abbiamo organizzato una giornata di riflessione insieme ad altre congregazioni che vivono la Spiritualità del Sangue di Cristo. Tra queste c’erano presenti le Suore Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue che quest’anno, il 6 gennaio, hanno celebrato il 150° della loro fondazione».
Molteplici sono stati i relatori coinvolti in questi giorni, come il Missionario don Mario Proietti che, sottolineando il cammino umano e cristiano del Venerabile, afferma che «il Merlini non è stato un uomo da effetti speciali, ma la sua santità è quella “della porta accanto”, espressione molto cara a papa Francesco, perché è stato “un riflesso della presenza di Dio” in tutti i contemporanei che hanno incrociato il suo cammino terreno. Conoscere, pertanto, la sua vita e le sue virtù ci aiuta a valorizzare la grandezza e l’importanza dei suoi atti di Carità verso il prossimo, la sua costante attenzione alle esigenze degli altri e la sua determinazione a non abbassare il livello delle norme morali, sapendo ben distinguere le varie dinamiche che si succedono nella esperienza personale di ogni uomo. La straordinarietà del suo gestire l’ordinario vivere è un frutto che nasce da Dio».
Sr. Anna Grazia di Liddo ha accompagnato i partecipanti con un focus sul rapporto tra il Venerabile e Santa Maria De Mattias, fondatrice della Congregazione delle Adoratrice del Sangue di Cristo sottolineando che «Maria De Mattias non ha avuto da sé l’idea di fondare una congregazione, e neppure ne aveva il desiderio, ma attraverso le circostanze storiche, come la richiesta del vescovo di maestre per Acuto, e le mediazioni umane, tra cui quella del Merlini come guida spirituale, ne ha avvertito la chiamata e l’ha accolta rispondendo così all’esigenza di donazione totale a Dio e al prossimo che avvertiva dentro di sé. Don Giovanni e suor Maria si completarono a vicenda, senza che l’uno intendesse mai prevalere sull’altro. Uno accolse infatti nella sua essenza di uomo le qualità femminili dell’altra: tenerezza, sensibilità e pazienza. Lei fece sue le doti maschili di cui lui era custode: la forza fisica e morale, la razionalità e l’ordine delle cose.
Ciascuna relazione affettiva tra uomo e donna dovrebbe porsi sull’esempio dei due santi: aperti entrambi, con equilibrio
e serenità, alla comprensione dell’altro, andarono scambiandosi vicendevolmente le ricchezze umane e morali di cui erano latori».
Un altro Missionario del Preziosissimo Sangue, don Giovanni Francilia, affrontando il carisma del governo del Venerabile don Giovanni Merlini, evidenzia che «l’esercizio del governo per Merlini è fondamentalmente un “essere al servizio” nel senso più vero del termine e non è mai una manifestazione di potere se non il “potere del servizio”. Dopo la
morte di San Gaspare e l’elezione a direttore generale di don Biagio Valentini, il Merlini continua il suo ruolo di segretario generale e nella casa di Albano, dove è l’archivio di tutte le case di missione, don Giovanni inizia subito la sua attività, che è prioritaria per lui, quella di raccogliere con meticolosità tutto quanto si riferisce alla figura e all’opera del fondatore. Deve preparare la sua deposizione al processo che a suo tempo si dovrà fare per presentare alla Chiesa la figura e l’opera di Gaspare del Bufalo. È suo desiderio offrire una visione possibilmente la più completa della attività apostolica del fondatore».
La riflessione della suora Adoratrice Emilia Salvi ha riguardato l’aspetto del discernimento che «è un continuo processo di riconoscimento e di scelta del bene: operazione tutt’altro che facile visto che il bene, nella vita quotidiana, lo troviamo inesorabilmente mescolato al male. Nei discernimenti da fare, don Giovanni si pone sempre alla ricerca della “volontà di Dio”, ovvero si chiede: “cosa farebbe Gesù in questa situazione particolare?”. Il vangelo gli mette davanti l’esempio del Dio – misericordia e allora il principio a cui lui fa costantemente riferimento è l’Amore, che è l’essenza di Dio. Alla scelta di questo principio fondante, si associa la necessità di costruire relazioni comunionali. Il carattere razionale, preciso e ordinato del Merlini gli facilita molto il processo di discernimento, soprattutto quando si trova ad analizzare la realtà, su cui operare scelte e prendere decisioni».
«Don Giovanni è uno di noi, che ha camminato per le vie del nostro mondo, tra le grandezze e le miserie da cui sarà sempre circondato l’uomo. Ha saputo però ascoltare umilmente la parola di Dio e si è sforzato di tradurla nella sua vita. Come sacerdote si è impegnato a lasciarsi guidare sempre da Cristo, di cui era e si sentiva il rappresentante. Quale missionario nella Congregazione di San Gaspare, ha cercato di vivere fino in fondo la spiritualità del Sangue divino. E ciò non gli ha impedito affatto di trascorrere con gioia i suoi anni, come stoltamente potrebbe pensare chi guarda con paura alla “via stretta” del Vangelo. Gli ha consentito, anzi, di attingere la pienezza della gioia, che nasce proprio dal sentirsi in armonia con la verità e la grazia. È stato scritto che “santo non è chi ha meno difetti, ma chi ha più coraggio”.
Don Giovanni è un nostro fratello che ha avuto più coraggio di fronte ai propri difetti e li ha bruciati gradatamente con l’amore» (don Giuseppe Quattrino).

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