L’anno di San Giuseppe – L’anno dei papà

Mar 11, 2021

Di Giacomo Manzo

La lettera apostolica del Papa Patris Corde – Con cuore di Padre, come abbiamo visto, mette in luce alcuni aspetti principali della persona di San Giuseppe. Li abbiamo voluti ulteriormente sintetizzare in quattro punti, che possono diventare quattro tracce di meditazione per questi mesi di marzo, aprile, maggio e giugno che ci accompagnano fino al prossimo mese di luglio, mese del Preziosissimo Sangue.
Il Papa sottolinea San Giuseppe anzitutto come padre amato e tenero. Così nel mese di MARZO, in cui celebriamo la sua festa, possiamo meditare la sua tenerezza e bontà di padre. “Giuseppe vide crescere Gesù giorno dopo giorno «in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52). Come il Signore fece con Israele, così egli gli ha insegnato a camminare, tenendolo per mano: era per lui come il padre che solleva un bimbo alla sua guancia, si chinava su di lui per dargli da mangiare (cfr Os 11,3-4)”.
Quindi nel mese di APRILE possiamo guardare a San Giuseppe come padre obbediente e accogliente della volontà di Dio che “ci insegna […] che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca. A volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande.”.
Nel mese di MAGGIO, ovviamente potremo contemplare San Giuseppe padre e lavoratore. “San Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro”. Il Papa aggiunge che “la persona che lavora, qualunque sia il suo compito, collabora con Dio stesso, diventa un po’ creatore del mondo che ci circonda”.
Infine nel mese di GIUGNO, contempliamo San Giuseppe padre umile “nell’ombra”. Papa Francesco spiega quest’aspetto della paternità con queste parole: “Essere padri significa introdurre il figlio all’esperienza della vita, alla realtà. Non trattenerlo, non imprigionarlo, non possederlo, ma renderlo capace di scelte, di libertà, di partenze.
Forse per questo, accanto all’appellativo di padre, a Giuseppe la tradizione ha messo anche quello di «castissimo». Non è un’indicazione meramente affettiva, ma la sintesi di un atteggiamento che esprime il contrario del possesso”.
Papa Francesco ha indetto l’Anno di San Giuseppe perché sa bene che “nella società del nostro tempo, spesso i figli sembrano essere orfani di padre. Anche la Chiesa di oggi ha bisogno di padri”.
Come Unione Sanguis Christi (USC) e Primavera Missionaria raccogliamo la sfida di lasciarci guidare in questi mesi dalla sua protezione e dal suo esempio ed in questa rivista approfondiamo sia il significato di questo Anno speciale, ma anche la figura di DON DIVO BARSOTTI, un grande uomo spirituale del ‘900 che è stato davvero uno di quei “padri” di cui la Chiesa ha sempre bisogno. Leggendo gli articoli, tra cui anche quelli di Padre Serafino Tognetti, che è stato molto vicino a don Divo nella sua vita, scopriremo di più la sua grandezza nella fede, propri pochi mesi dopo l’inizio del processo per la sua beatificazione.
Buona lettura. Buon anno con San Giuseppe.

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