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Le prime due “sorelle ausiliari del preziosissimo Sangue”

da Redazione

Intervista a Sandra De Amicis e Dina Moretti 

Durante la VI Koinè del Preziosissimo Sangue per la prima volta due persone laiche hanno preso l’impegno davanti al Direttore Provinciale don Terenzio Pastore di donarsi in modo più forte e radicale nella spiritualità e nel carisma del Preziosissimo Sangue nella loro vita, nel servizio nella società, nel mondo, nel lavoro, e anche nella Chiesa e nella stessa USC. Si tratta di Sandra De Amicis e Dina Moretti, che hanno vissuto tutto il cammino di formazione dei dieci comandamenti e dei sette segni e poi, attraverso altri percorsi ed esercizi spirituali, si sono preparate per essere non più solo Associate della USC, ma laiche Ausiliari, mettendosi così sempre più al servizio secondo questa spiritualità e carisma. Sandra e Dina vengono dalla parrocchia romana di San Gaspare del Bufalo, ma le loro storie sono diverse. Sandra ha sentito questa chiamata nel suo cuore da moltissimi anni, mentre per Dina è stato soprattutto il percorso dei 7 segni a far emergere questo desiderio che ora ha trovato compimento.

Ad entrambe chiediamo allora, com’è nato in voi questo desiderio di donarvi in modo più radicale nella vostra vita alla spiritualità e al carisma missionario del Preziosissimo Sangue?

Sandra: «Ogni uomo vale il Sangue di Cristo!». Questa espressione ha fatto breccia nel mio cuore fin dalla prima volta in cui, giovanissima, l’ho ascoltata dalle parole dei Missionari del Preziosissimo Sangue che guidano la mia Parrocchia e mi ha aiutata a scoprire ed accogliere il valore della mia vita e quella di ogni uomo. Da questa consapevolezza è nato nel tempo il desiderio di rispondere in modo più radicale a Colui che aveva donato tutto il Suo Sangue per me e di farmi Suo strumento per portare anime a Dio con lo stesso instancabile slancio missionario proprio dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Il cammino dei 7 Segni (e in particolare le 7 Effusioni del Sangue Prezioso), mi ha fatto fare esperienza della potenza di guarigione del “Divin Sangue” rafforzandomi nel mio proposito di vita.

Dina: Nel percorso dei sette segni, avendo fatto ad ogni segno anche le 7 effusioni del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo, a poco a poco e con delicatezza, è entrata in me questa spiritualità fino a desiderare di dire un “SÌ” totale al Signore in questo percorso.

Vi chiedo anche cosa significa per voi questa vocazione di “Ausiliare del Preziosissimo Sangue”? Qual è la caratteristica di questa chiamata?

Sandra: «Vorrei avere mille lingue per intenerire ogni cuore verso il Sangue di Gesù!». Penso che sia compito di ciascun battezzato essere “quella lingua” di cui parla san Gaspare: rimanendo nel proprio stato di vita, infatti, egli può giungere là dove il presbitero non può arrivare e portare l’annuncio dell’amore di Dio, in parole e opere, nelle situazioni più disparate di vita. La vocazione di Ausiliare del Preziosissimo Sangue nasce dalla scelta di vivere radicalmente questa missione di annuncio del Regno e di servizio alla Chiesa, pur rimanendo nello stato di vita laicale.

Dina: La caratteristica di questa chiamata, per me, è testimoniare che la salvezza del Sangue di Gesù Cristo, è per tutti, vivendo a pieno con amore qualsiasi cosa si faccia ed in qualsiasi luogo: parrocchia lavoro o altro.

Un’ultima domanda. Dal magistero del Papa al sinodo continuamente si ripete che il mondo, la società e la Chiesa sempre più nel futuro avranno bisogno di laici formati e testimoni… Condividete questa urgenza? Pensate che questa possa essere una ricchezza anche per la nostra Famiglia del Preziosissimo Sangue?

Sandra: «Due secoli dopo, un altro Papa esorta i figli di San Gaspare a essere non meno coraggiosi nelle decisioni e nelle azioni, ad andare dove gli altri non possono o non vogliono andare e a intraprendere missioni che sembrano avere poche speranze di riuscita». Questa frase è tratta dal Discorso di Papa san Giovanni Paolo II ai partecipanti al Capitolo Generale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue il 14 settembre 2001. Come ricordava il Papa, il carisma dei Missionari del Preziosissimo Sangue è quello di accorrere là dove più difficile e urgente è l’annunzio del Vangelo: oggi questa urgenza non proviene dalle lontane terre di missione ma dalle nostre città, dai nostri uffici, dalle nostre famiglie, dai nostri giovani ed esige una risposta adeguata e immediata. Il coinvolgimento dei laici nella missione è quindi una risposta a questo grido: la Famiglia del Preziosissimo Sangue già gode di validi cammini di formazione per laici, come il Cammino dei 7 Segni, che, centrati sulla propria spiritualità, aiutano a riscoprire la vocazione di ogni battezzato rendendolo a sua volta testimone di “vita nuova” per altri fratelli.

Dina: Senza dubbio la vita laicale, è una ricchezza per tutti i battezzati: è nella vita quotidiana, vivendo le stesse difficoltà e soddisfazioni, a fianco di persone non credenti o non praticanti, che si trasmette l’amore di Dio Padre. Allo stesso tempo l’esperienza di vita di chi è “lontano” aiuta chi è “dentro” (congregazione o altro) a non chiudersi nelle proprie convinzioni/roccaforti.

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