dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo
Prima della cena

Di Giulio Martelli
Un chiaro invito a cogliere il senso piΓΉ autentico del memoriale eucaristico: questo Γ¨ il senso genuino di questa nuova rubrica, scaturito dalla penna di Don Giulio Martelli, Missionario del Preziosissimo Sangue, docente presso la facoltΓ di Teologia dellβItalia Centrale nonchΓ© predicatore di numerosi corsi di Esercizi Spirituali nellβabbazia di San Felice in Giano dellβUmbria, cenobio di Fondazione dellβIstituto.Β
Al ritrovamento di alcuni manoscritti inediti Γ¨ seguita unβopera di trascrizione e selezione dei contenuti, offerti in questa edizione in occasione dellβanno pastorale dedicato al tema eucaristico.
Lo studio del Martelli mette bene in risalto lβincidenza dellβEucarestia nella vita cristiana e la sua efficacia come mezzo di Salvezza. A rendere pregnante il percorso concorre la grande varietΓ di citazioni Scritturistiche, dallβAntico e dal Nuovo Testamento, nonchΓ© la freschezza delle categorie utilizzate dallβautore, senzβaltro avanguardista nel suo tempo, che rendono la trattazione fortemente attuale al punto di volerne proporre la lettura a distanza di decenni.
Memoria della cena, lβeucaristia ingloba nei suoi significati tutto il mondo degli uomini, tutta la storia degli uomini, passata, presente e futura. Con questa lezione mi propongo di esporre queste dimensioni (cosmiche e storiche) dellβeucaristia, attraverso una riflessione teologico spirituale scandita in quattro momenti:
- Prima cena
- Alla cena
- Dopo la cena
- Nella nostra vita
Prima cena
Il pane e il vino della cena hanno giΓ il loro significato primitivo, primario: quello della comunicazione della vita. GesΓΉ lo fa suo, per incaricarlo di un secondo significato, ma allβinterno del medesimo: quello del dono della sua vita. Non cβΓ¨ dubbio che nella civiltΓ in cui visse GesΓΉ (ed anche nella nostra) il pane significhi la vita: βguadagnarsi il paneβ; βguadagnarsi da vivereβ. Sono sinonimi. Il vino Γ¨ il segno della festa, dellβesultanza, della gioia, eβ¦ dellβebbrezza, tanto da dire dei profeti che sono βebbri dello Spiritoβ. BenchΓ© allβepoca di GesΓΉ il vino non fosse una bevanda di uso quotidiana, eccetto che negli ambienti agiati, il suo simbolismo era ricco e variegato. Il vino era considerato come un dono di Dio al momento dellβingresso nella terra promessa (Cfr. Dt 6,11; 8,8). La vigna stessa era il simbolo di Israele e in un dei suoi poemi, il vino nuovo significa la gioia messianica (Ger 31,12; Gc 4,18; Gv 2,1-11; At 2,13). GesΓΉ beve del vino per significare la venuta del Regno, mentre il battista se ne astiene; ora, privarsi del vino significava cercare la propria gioia solo in Dio.
Il pane dalla spiga e il vino dalla vite fanno pensare alla generositΓ della terra, del sole, dellβacqua e in definitiva esprimono il rapporto dellβuomo con la natura in quanto questa Γ¨ benefica; cosΓ¬ benefica che la sua prodigalitΓ costituisce la forma dellβalleanza di Dio con noi, con ogni βcarneβ, con tutto ciΓ² che vive. Tuttavia, questo significato immediato non sta mai da solo: il pane e il vino hanno infatti bisogno, per essere tali, del lavoro umano. Dellβagricoltura, delle tecniche necessarie per passare dalla materia prima al prodotto elaborato. Per questo il pane e il vino sono espressivi non solo della natura, ma anche della natura dentro una cultura. Essi hanno pertanto un significato umano, aperto anche a significati socio-politici:
Politico: perchΓ© gli uomini terre fertili, e si accordano anche per ripartirle;
Sociale: perchΓ© gli uomini si battono per il pane e si radunano anche per condividerlo e per mangiarlo insieme.
In virtΓΉ del loro significato umano, il pane e il vino non sono oggetti campati in aria: presi in comune, essi fanno un banchetto. E il banchetto, salvo eccezione, in un avvenimento sociale: fatto in comune Γ¨ ovunque e sempre segno di alleanza, di accordo.
Nella Bibbia ad esempio, non si va a tavola con chiunque, e spesso i contratti vengono conclusi con un banchetto. Esempi del genere li troviamo anche nelle societΓ contemporanee. In conclusione, la storiaa della tecnica, la storia dei conflitti, la storia degli atti di riconciliazione sono significate dalla condivisione del pane e del vino. Natura, cultura, storia si ritrovano implicate nella realtΓ del pane e del vino e ne fanno parte.
Prendendo il pane e il vino nellβultima cena, GesΓΉ agisce da figlio di Israele, da erede di tutta la tradizione biblica. In questa sono ugualmente presenti i suddetti significati umane del pane e del vino; e onnipresente Γ¨ il tema del nutrimento. A questi significati βsemplicemente umaniβ, la Bibbia aggiunge perΓ² alcuni aspetti determinanti. Il rapporto del pane e del vino con la terra promessa: i beni della terra, garantiti dallβalleanza con NoΓ¨, Israele li riceverΓ β¦ nella mistica terra dai βsette raccoltiβ lβanno. Tale prospettiva del pane e del vino nella terra promessa, terra che Γ¨ in antitesi a quella maledetta di Gen 3, introduce una dimensione escatologica nel tema dellβappagamento. Infatti, la terra promessa diverrΓ la figura dellβattesa dei cieli nuovi e della terra nuova che esprimono una nuova creazione. Maβ¦ si arriva alla terra promessa attraversando il deserto: senza acqua, senza pane, senza vino: rappresentazione simbolica dellβesistenza umana in quanto sottomessa alla privazione. Proprio nel deserto, Israele farΓ esperienza della prova: in quella privazione continuerΓ a credere che Dio Γ¨ con lui? Le grandi tentazioni bibliche riguardano il nutrimento e Gen 3 le raccoglie tutte nella tentazione primordiale, che Γ¨ quella del mangiare o del non mangiare. Al centro, poi, della tentazione nel deserto, cβΓ¨ lβepisodio della manna, del βpane dal cieloβ, dono diretto di Dio. Laddove, nel Nuovo Testamento, si ricorda il pane (ivi compresa lβultima cena) compare la manna nello sfondo, come sottolinea con vigore Gv 6. Nella traversata pasquale del deserto della morte, GesΓΉ si troverΓ di fronte alla grande tentazione ancestrale e dovrΓ confessare che Dio Γ¨ con lui.

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