Primavera Missionaria News. Dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo
Luce

Di Terenzio Pastore
Il primo libro della Bibbia, la Genesi, ci narra l’opera della creazione. Dio crea dal nulla: Dio, per creare, prima parla e poi fa quello che ha detto. La sua prima parola è: «Sia la luce!» (Gen 1,3). Dio la contempla: è la “cosa buona”, che squarcia le tenebre, che si alterna alla notte. Dio ha inventato il giorno.
L’apostolo Giovanni comincia il suo Vangelo in maniera simile all’autore della Genesi, per proclamare un nuovo inizio, reso possibile dalla venuta del Figlio di Dio nel mondo. All’interno del primo capitolo, nel Prologo, identifica il Verbo che «era, in principio, presso Dio» (v. 2) con Colui che «venne ad abitare in mezzo a noi» (v. 14). È Lui, proprio Lui, la «luce degli uomini» (v. 4), che «splende nelle tenebre» (v. 5), la «luce vera, quella che illumina ogni uomo» (v. 9).
Il creato non ha mai alterato l’armonia stabilita dal Creatore. Chi, a causa del peccato, ha ignorato il progetto d’amore di Dio è l’uomo, che ha voluto «a sua immagine» (Gen 1,27), la sua più grande meraviglia, l’unica a essere dichiarata «cosa molto buona» (Gen 1,31). Attraverso la scelta di un popolo, Israele, il Signore si rivela. Fa conoscere la sua bontà, la sua misericordia, la sua forza, il suo voler essere sempre a fianco dell’uomo. Per questo stringe con lui una serie di alleanze, assumendo un impegno totale: ogni volta, però, è l’uomo a violare quel patto d’amore. Eppure, ne avrebbe solo da guadagnare. In lui − in ciascuno di noi − bellezza e fragilità si uniscono: il prevalere dell’una sull’altra è determinato da scelte che, liberamente, possono andare o meno nella direzione di Dio. Per rendere meno altalenanti le risposte dell’uomo il Signore continua ad alzare l’offerta, nel tentativo di mostrare in maniera sempre più inequivocabile la grandezza del suo amore misericordioso. Il suo progetto viene completamente rivelato, nella «pienezza del tempo», quando «mandò il suo Figlio … perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4-5).
S. Paolo aggiunge subito che è un disegno che possiamo comprendere grazie all’invio dello Spirito Santo nei nostri cuori, quello Spirito che ci permette di gridare «Abbà! Padre!» (Gal 4,6), quello Spirito che ci rende eredi del Padre, pienamente legittimati a ricevere i suoi doni. Gesù è la risposta definitiva di Dio. In Lui si fonda la nuova ed eterna alleanza: è Dio stesso a farsi dono d’amore, incondizionato e per sempre. È l’offerta massima! Gesù è la luce che può squarciare le tenebre del cuore umano, rischiarando la notte del rifiuto all’Amore e ad amare. Può tutto l’Amore, ma chiede di essere accolto: propone, non impone. Il rifiuto resta possibile. L’evangelista Giovanni, sempre nel Prologo, lo dice chiaramente: «Veniva nel mondo la luce vera… eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto» (vv. 9-11).
Se non premiamo l’interruttore, l’impianto elettrico in grado di illuminare le nostre case non si attiva. Pur funzionando, è come se non ci fosse. Se, con la nostra libertà, non ci rendiamo disponibili ad accogliere i doni di Dio e, in particolare, il Dono per eccellenza, restano regali rifiutati, addirittura neppure scartati.
In questo Natale, invece: Sia la luce!
Accogliamo Gesù, per essere realmente figli del Padre.
Sia la luce: la Famiglia di Nazareth intenerisca il nostro cuore.
Sia la luce: non poniamo ostacoli a Dio, che vuole illuminare la nostra vita.
Sia la luce: scegliamo con decisione di voler compiere, ogni giorno, la sua volontà.
Sia la luce: la nostra missione è portare luce a chi è ancora nelle tenebre.
Sia la luce: il mondo intero ha bisogno della luce di Dio.
Editoriale

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