dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo
Nomadland e Minari

Di Alberto Celani, CPPS
Cinema
Nomadlnd
Regia di C. Zhao, con F. McDormand, D. Strathairn, L. May
Stati Uniti, una vedova di nome Fern decide di vivere la vita nomade con il suo van “Avanguardia” spostandosi lungo il paese, facendo lavori stagionali, ma soprattutto incontrando persone e natura. Una vita in cerca di vita, un amore in cerca di amore, un silenzio che ricerca altro silenzio.
Nomadland, con i suoi tre oscar (miglior film, regista e attrice protagonista) è uno spaccato vero e profondo sull’esistenza di molte persone che sono ai margini della società, il tutto raccontato tra lo sceneggiato e il documentario (pochissimi attori e molti nomadi veri che raccontano sé stessi).
Tremendamente potente!
29 aprile, spettacolo pomeridiano: si ritorna al cinema!!! Ecco perché oggi propongo ben due film nelle sale, ora che si può andare! Ci mancava!!! L’arte ha bisogno dei suoi spazi per non essere mero consumo.
Due parole sugli oscar: miglior attrice a Frances McDormand strameritato, vedere come si muove in mezzo a tanti veri nomadi sembrando una di loro, ma soprattutto dire tutto del suo personaggio parlando così poco (merito anche della strepitosa fotografia) già solo questo vi dice di che tipo di interpretazione stiamo parlando. Miglior film ma soprattutto sottolineerei miglior regia a Chloe Zhao, seconda donna a vincere questo oscar nella storia e prima cinese: una prova di una sensibilità incredibile.
Vi prego non vedete questo film con pregiudizi: non tutto quello che sentirete vi piacerà, non sarete d’accordo su tutto e allora? Questa è vita vera, questa è sofferenza vera, questa è ricerca vera e questa è poesia pura: l’importanza di certi oggetti, la ripetitività annuale, la natura, gli incontri, la riconoscenza, il sapersi parte di un gruppo che comprende e che vive il tuo stesso dolore. Se scappiamo da questo siamo solo degli egoisti che facciamo della poesia e del cuore un quadro da appendere alla parete e non voce che risuona e muscolo che batte. Un film non per tutti, ma forse per te sì…”ci vediamo lungo la strada”!
Voto CinemaScopio: 8 e ½
Cinema
Minari
Regia di L. I. Chung, con S. Yeun, H. Ye-ri, Y. Yeo-jeong
Una famiglia di immigrati coreani negli Stati Uniti si trasferisce dalla città alla campagna per seguire il sogno del padre di rendersi indipendente con l’agricoltura, la moglie con i suoi accurati dubbi verso le scelte affrettate del marito e i due figli di cui il piccolino con una pericolosa malformazione cardiaca. In aiuto arriva la nonna che si trasferisce dalla Corea portando tanta novità ed eccentricità nella vita dei piccoli. Come definirla: una “Casa nella prateria” alla coreana, dove tutto quello che può andar male lo farà… eppure lo si guarda volentieri, insistendo, crescendo, vivendo: come la pianta di “minari”, parallelo esistenziale della “ginestra” leopardiana.
Interpretazioni ottime: la nonna è la prima coreana a vincere l’oscar come miglior attrice non protagonista, ma anche il padre è eccezionale ed il bambino ruba tutte le scene in cui è presente. La trama non è così definita da grandi eventi, è solo una lenta discesa dove tutto cade, ma lentamente.
Si vede proprio che questo film ha una sensibilità orientale, noi dobbiamo farci l’abitudine come quando mangi qualcosa di esotico e ti senti un po’ confuso. I temi sono però molto “universali”: i sogni portati avanti senza solide basi, il silenzio di tante donne che vedono più in avanti ma contano poco, la malattia che rende bambini vivaci dei repressi e il sapore terapeutico di un po’ di follia… Tutto come il “minari” che cresce spavaldo e fiero.
Una nota che mi fa pensare: ma perché ultimamente in tutti i film i cristiani sono stupidi? Cioè me lo chiedo dal punto di vista statistico. Se in un film noi cristiani facciamo una figuraccia ci sta, non mi lamento, ma possibile che succede ormai sempre? Ci sarà un cristiano o una comunità che almeno per sbaglio sia sana? D’altro canto, questa è l’autobiografia del regista e la accettiamo, ma non sono così sicuro che debba sempre essere così.
Un film interessante, forse non bellissimo, ma sicuramente un’opera che merita.
Voto CinemaScopio: 6 e ½
Colloqui con il padre
Altri in evidenza
«QUASI ALLA FINE DEL MONDO» Dieci anni di pontificato di Papa Francesco
Da Redazione
Papa Benedetto XVI «L’ultima parola della storia sarà la comunione»
Questo numero della rivista…
Artigiano
Passione, intelligenza, impegno…
Altri in evidenza

«QUASI ALLA FINE DEL MONDO» Dieci anni di pontificato di Papa Francesco
Da Redazione

Papa Benedetto XVI «L’ultima parola della storia sarà la comunione»
Questo numero della rivista…

Artigiano
Passione, intelligenza, impegno…

La nostra voce forte, chiara e decisa sulla società, sul mondo, sull’attualità, sulla cultura e soprattutto sulla nostra missione e vita spirituale come contributo prezioso alla rinascita e allo sviluppo della stessa Chiesa.
Abbonati alle nostre riviste
Compila il modulo on-line con i tuoi dati e riceverai periodicamente il numero della rivista a cui hai deciso di abbonarti.