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Ottobre Missionario

Di Nicola Antonio Perone

Ottobre Missionario
 

«Per altro, essendo andato il Servo di Dio nell’ottobre a Giano, trovò a proposito la chiesa e convento di San Felice. Tornato a Roma ne parlò con Bonanni e compagni e quindi monsignor Cristaldi si prese tutta la premura di verificare il piano nella maniera la più semplice, onde potesse più facilmente sortire l’effetto. Il memoriale che fu presentato a Sua Santità fu il se- guente: “Beatissimo Padre, un santo entusiasmo eccita tutte le popolazioni a richiedere le sante missioni ed anima insieme molti sacerdoti secolari ad esercitarsi in questa apostolica carriera. Convien dunque coltivare lo zelo di questi e facilitare loro i mezzi sia perché gli ordini regolari non sarebbero sufficienti alle universali istanze, specialmente nelle attuali scarsezze di soggetti, sia perché per la ripristinazione stessa degli ordini regolari e segnatamente dei Gesuiti, d’altronde utilissima, venendo a mancare al clero secolare molte occasioni e molti mezzi di esercizio apostolico, verrebbero facilmente a ricadere nella inerzia e nella ignoranza come per lo innanzi.
Perciò, si progetta di stabilire in ciascuna Provincia una casa di missionari secolari, che sia come centrale alla Provincia medesima”» (G. Merlini, Gaspare del Bufalo. Un santo scruta un santo di Nicola Antonio Perone , 154-155).

La Chiesa dedica in special modo il mese di ottobre alla preghiera e all’impegno per sostenere le attività missionarie sparse in giro per il mondo, e non è un caso che la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue abbia scelto di celebrare la solennità del suo fondatore proprio nel cuore del mese missionario, il 21 ottobre. È interessante inoltre, a partire dagli scritti del venerabile Merlini, scoprire come in questo periodo dell’anno, più di due secoli fa, san Gaspare si fosse recato per la prima volta presso l’Abbazia di San Felice a Giano dell’Umbria, rimanendo entusiasta del luogo ed invitando i suoi compagni a sceglierlo come culla della nascente Congregazione. Il Merlini riporta in poche righe la gioia del fondatore nell’aver trovato un posto adatto all’avvio dell’opera affidatagli dal papa, ma di fatto questo progetto in cosa doveva consistere?
È molto importante anche a livello ecclesiale, soprattutto in tempi di spaesamento e perdita di identità, tornare con onestà e umiltà alle proprie radici, riscoprendo senza timore, ma con sana curiosità, gli intenti e i desideri di coloro che ci hanno preceduto ed hanno lavorato prima di noi. Questo è indispensabile se si vuole perseguire un fruttuoso tentativo di incarnare nelle odierne esigenze quanto i fondatori sognavano nei secoli addietro, attraverso un sapiente e disinteressato discernimento circa i segni del tempo presente.
Leggiamo dunque, grazie ad una lettera indirizzata al papa e qui riportata da don Giovanni, come gli intenti dei primi missionari e di san Gaspare non prevedessero un elevato numero di case di missione troppo ravvicinate, ma poche case, sparse però strategicamente sul territorio.
Ma a quale scopo impegnarsi in questo progetto? Innanzitutto la lettera ci presenta un notevole entusiasmo ed una grande richiesta dell’opera missionaria da parte del popolo e del clero secolare, ed infatti sappiamo che molti sacerdoti diocesani decisero di unirsi definitivamente alla Congregazione, oppure si resero disponibili nell’aiutare i Missionari durante le loro opere di evangelizzazione.
Inoltre la stessa popolazione esprimeva il suo forte bisogno di avere una maggior cura spirituale, venuta ormai meno a causa del travagliato contesto storico agli inizi del XIX secolo. La lettera infatti parla di una diffusa ignoranza popolare in materia sia profana sia sacra, dovuta anche all’assenza di un’attività evangelizzatrice ad opera degli ordini religiosi tradizionali, come i Gesuiti, i quali erano stati soppressi nel 1773 da Clemente XIV.
Ciononostante, malgrado i venti contrari, il fervore dei primi Missionari continuava a crescere, seppur all’inizio in modo piuttosto silenzioso, e san Gaspare, forte del sostegno di Pio VII, non si arrese nell’insistere presso i pontefici affinché si ottenesse l’approvazione della Congregazione e in particolar modo si potesse mantenere il titolo del Preziosissimo Sangue.
L’annuale festa di san Gaspare e l’ottobre missionario vengono dunque ad essere l’ennesima opportunità per ricoprire, anche grazie alla penna di Giovanni Merlini, la figura del fondatore, ravvivando il suo zelo e la sua tenacia affinché anche i tempi di oggi, seppur totalmente mutati e sempre più avversi all’opera della Chiesa, possano essere ascoltati con il cuore dei santi, rilanciando una nuova opera missionaria capace di raggiungere i bisogni degli animi più induriti e chiusi all’amore di Dio.

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