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Pace

Di Terenzio Pastore
La moltitudine degli angeli si presenta a quei pastori che si erano lasciati coinvolgere dall’invito di uno di loro e, facendo corona al «bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia» (Lc 2,12), annunziano che quell’evento dà una direzione definitivamente nuova alla storia dell’umanità: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14).
Come non rendere “Gloria a Dio”?
L’apostolo ed evangelista Giovanni, che redige l’ultimo dei Vangeli, sottolinea proprio nel Prologo di «aver contemplato la sua gloria» (Gv 1,14). E, perciò,
proclama il Progetto d’Amore di Dio: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio» (Gv 1,1).
Gesù è il Verbo, la Parola ultima del Padre che, per rivelarsi, fa casa con noi:
«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Altro che un Dio distante, lontano, oppure troppo occupato per prendersi cura di ogni sua creatura!
Non solo; si apre un orizzonte finora impensabile: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Dio ama tutti gli uomini.
Eccome se li ama! E, in Gesù che si offre per amore, fino alla fine, svela pienamente il suo straordinario Progetto: all’uomo, peccatore, fragile, incostante, è data la possibilità di vivere in eterno. Tra i segni particolari di ogni persona si può scrivere: destinazione Paradiso! Un Progetto che, però, non si realizza con un colpo di “bacchetta magica”. Perché Dio propone, andando infinitamente oltre rispetto a ciò che possiamo immaginare, ma non obbliga: «Venne tra i suoi e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1,11-12). Vive da figlio chi si dona, per amore, ogni giorno.
Seguendo l’esempio del Figlio.
«Sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14). Nel suo primo incontro con i discepoli il Risorto ripete più volte: «Pace a voi» (Gv 20,19.21.26).
La pace è la pienezza dei doni di Dio.
Una pienezza che riceviamo grazie alla morte e risurrezione di Gesù.
Un inno liturgico che, nel celebrare la Domenica, ci fa gustare l’unione con “l’assemblea dei santi”, certifica il dono della pace e la sua estensione: «Il Signore risorto promulga per i secoli l’editto della pace. Pace fra cielo e terra, pace tra tutti i popoli, pace nei nostri cuori». San Paolo, nel capitolo 2 della lettera agli Efesini, dopo aver detto che Gesù «è la nostra pace», aggiunge che «di due ha fatto una cosa sola» (v. 14). Il riferimento è a giudei e pagani: una distinzione che non sussiste più. Come ogni altra! È stato creato «un solo uomo nuovo, facendo la pace» (v. 15) e «per mezzo della croce» c’è stata la riconciliazione di «tutti e due con Dio» (v. 16). «Grazie al Sangue di Cristo» (v. 13), ora siamo «concittadini dei santi e familiari di Dio» (v. 19), «edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito» (v. 22).
“Grazie al Sangue di Cristo” non è più in discussione la “Pace fra cielo e terra”: Dio inonderà fino alla fine dei tempi l’umanità, ogni uomo, con la sua misericordia.
“Grazie al Sangue di Cristo” è possibile la “Pace nei nostri cuori”: un dono da accogliere, da custodire, da invocare. Non rassegniamoci di fronte alle inevitabili cadute, ma lasciamoci rialzare ogni volta. Con umiltà e fiducia.
“Grazie al Sangue di Cristo” è possibile la “Pace tra tutti i popoli”.
Ogni epoca, e la nostra non fa eccezione, ha conosciuto condottieri, re, imperatori, tiranni, “signori della guerra” − perché chiamarli signori, poi? −, una schiera di “potenti” che ha seminato morte e distruzione. Non si sono lasciati tutti ammaliare dal miraggio del potere e della gloria terrena? Innumerevoli volte è rimasto inascoltato il monito di Gesù: «Quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?» (Lc 9,25).
Il Dio-Bambino dichiara falsa la “legge del più forte” e, disarmando i cuori, trasforma chi lo accoglie in seminatore di pace. La forza del Regno di Dio sta in un seme. Un seme che cresce, a dismisura, senza far rumore. La “Pace tra tutti i popoli” passa attraverso le parole e i gesti di riconciliazione e di pace con cui, quotidianamente, diffondiamo la bellezza del Vangelo.
«“Tante sono le difficoltà del nostro tempo, ma più forte è la speranza, perché “un bambino è nato per noi” (Is 9,5)… O Cristo, nato per noi, insegnaci a camminare con te sui sentieri della pace»
(Papa Francesco).
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