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Porte aperte

Di Terenzio Pastore

Una Chiesa sinodale, che cammina insieme; una Chiesa che si lascia guidare dallo Spirito Santo; una Chiesa che si interroga sul modo in cui vive la comunione, la partecipazione e la missione; una Chiesa oasi di misericordia; una Chiesa che è casa con le porte aperte.
Casa con le porte aperte: il contrario delle nostre case! Dotate, per motivi di sicurezza, di allarme, telecamere, serrature a cassaforte e grate alle finestre. E noi sul “chi va là” appena si avvicina qualcuno che non conosciamo…
La Chiesa – casa con le porte aperte è casa mia e, allo stesso tempo, di tutti. Per entrarvi non c’è bisogno di attivare un codice di sicurezza né dell’ok di un metal detector. Chiunque è ben accolto. Ne ha diritto. Per incontrare Gesù. Anche mediante la testimonianza di chi vi incontra, che scoprirà essere sorelle e fratelli. Addirittura.
Una Chiesa – casa con le porte aperte va costruita, giorno per giorno. Occorre un cambio di mentalità, una conversione. Come mi sto impegnando per realizzarla? Quali difficoltà incontro, in me stesso e negli altri?
Quali pre-giudizi debbo superare?
Una delle grandi sfide, in Italia e non solo, è far sentire un giovane di casa, in Chiesa.
A conclusione del Convegno di Frascati ho indirizzato una lettera a ciascuno dei partecipanti…

«Ciao
prima di scriverti ho voluto vederti, ascoltarti, cercare di capire cosa puoi avere nel cuore in questo momento. Il tempo trascorso ieri con te mi ha dato modo di pregare e di riflettere. Ho provato grande tenerezza quando, nel momento del talent, hai cercato di donare qualcosa di te ai tuoi amici, ma senza nascondere le tue paure e neppure i giudizi che senti rivolti a te dai grandi.
Mi sono tornate in mente le due parole che Papa Francesco aveva indirizzato ai tuoi coetanei qualche giorno fa, pensando agli apostoli Giovanni e Pietro: fiuto e coraggio.
Il fiuto, tipico dei giovani, “il fiuto della realtà”, “il fiuto di trovare il Signore”, “il fiuto della verità”. Un fiuto che va unito al coraggio, perché porti alla generosità.
La Prima lettura di oggi (1Pt 5,5b-14) ti dà una certezza, che ti auguro di non perdere mai: Dio ha cura di te. Puoi gettare in Lui ogni tua preoccupazione, afferma l’apostolo coraggioso, Pietro, perché, con la sua cura, Dio ti ristabilisce, rialzandoti dalle tue cadute; ti conferma, quando stai percorrendo la strada del bene; ti rafforza, perché tu possa perseverare; ti dà solide fondamenta, perché tu cerchi di vivere nella Sua Volontà.
Quali sono le tue preoccupazioni? Quali i tuoi dubbi? Quali i tuoi interrogativi?
Presentali al Signore ma, come consigliava il Papa ai tuoi coetanei, cerca anche qualcuno che ti accompagni. Qualcuno di cui hai fiducia − il papà, la mamma, un sacerdote, una suora, un catechista, un insegnante… −, qualcuno che abbia un po’ di esperienza in più nel cammino di vita e di fede: non sarà una persona perfetta, ma in cammino, come te. Potrà donarti qualcosa, ma riceverà anche tanto da te. Ti aiuterà a conoscere e apprezzare la tua bellezza, ma anche a vincere le tue fragilità.
Hai già sperimentato quanto sia forte il richiamo di quell’influencer negativo che ti porta, in fondo, a non essere te stesso. Ogni giorno riceviamo messaggi, da persone realmente o virtualmente vicine, a cui siamo sensibili, che ci fanno credere di essere giusti, grandi, buoni, addirittura migliori, ma solo se possediamo certi prodotti, se seguiamo certe mode, se facciamo certe esperienze. Il rischio è di adeguarci, in maniera acritica, per non essere esclusi dal gruppo. Pur di non restare da soli rinunciamo alla nostra vera identità, indossando la maschera più adatta, a seconda delle situazioni. E così si deturpa la nostra bellezza. Quella che Dio ci ha donato, creandoci pezzi unici, originali, addirittura a sua immagine e somiglianza. Una bellezza che, come ci ha raccontato Giorgia Benusiglio, si può perdere per sempre… Solo Gesù, però, conosce davvero il nostro potenziale, il nostro super talent, che può restare sotterrato se, giorno per giorno, non cerchiamo di scoprirlo e utilizzarlo.

In questi giorni hai avuto la possibilità di un incontro con Gesù. Solo tu puoi sapere se davvero c’è stato e in che modo l’hai vissuto.
Ripensaci, tornando a casa. Gli amici diventano tali costruendo giorno per giorno il loro rapporto.
Se davvero vuoi vivere avendo accanto l’amico Gesù, ti rivolgo una proposta: dedica un po’ di tempo, ogni giorno, al Signore. Lo sai bene che, se vuoi, il tempo sei in grado di trovarlo. Non un incontro abitudinario o di circostanza, però. Un incontro vero, sincero, cuore a cuore. Sii consapevole che anche in un breve momento di preghiera o nella lettura di un passo del Vangelo − potresti iniziare da quello di Marco, vista la Festa di oggi − Gesù è lì, accanto a te. Per ascoltarti, per parlarti, per donarti il Suo Amore, per farti sognare.
Anche il Vangelo di oggi (Mc 16,15-20) è un invito a sognare. Richiama alla nostra memoria ciò che la Chiesa ha vissuto sin dall’inizio. Gesù dice: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” e… cosa accade? “Essi partirono e… il Signore agiva insieme con loro”. Il mondo, così, si trasforma.
È il messaggio che, oggi, Lui rivolge a te.
Anche tu sei stato convocato. Battezzato e inviato. Fai parte della squadra dei Missionari di Gesù. Non per restare in panchina o in tribuna, ma per scendere in campo. E dare tutto! Tra poche ore tornerai nel tuo ambiente abituale. Probabilmente non troverai situazioni diverse da quelle che hai lasciato. Non attendere cambiamenti dagli altri. Inizia a operare per ciò che vorresti vedere realizzato.
Vuoi che ci sia la pace? Sii operatore di pace, nella tua famiglia e con i tuoi amici. E se la pace è stata infranta, per quanto dipende da te, ripristinala, con la preghiera e il perdono.
Vuoi che la Chiesa sia una casa dalle porte aperte? Inizia a rendere il tuo un cuore aperto, a Gesù e agli altri, anche a quelli che non ti stanno troppo simpatici, per arrivare persino a qualcuno che ti ha ferito. Altrimenti le porte non sarebbero realmente aperte, ma soltanto socchiuse.
Vuoi che nel tuo gruppo, in famiglia, i rapporti siano di verità e di stima? Non aver paura di entrare in dialogo sincero con gli altri e di donare te stesso, con generosità.
Sforzati di donare agli altri l’amore e la tenerezza di Gesù. Un mondo migliore non è un sogno. È possibile. Si costruisce con fatica, giorno per giorno, anche grazie a te.
Sai, bellezza e fragilità non sono una prerogativa della tua età; fanno parte di ciascuno di noi. Ad ogni età. Ricorda, però: il Signore non smetterà mai di aver cura di te. Se dovessi allontanarti, Lui è sempre pronto a riabbracciarti, a perdonarti, a inondarti con la sua Misericordia. Sì, perché Lui non solo ha in mente qualcosa di grande per te ma, per realizzarlo, ti dimostra, con i fatti, il Suo amore. A cui non verrà meno. Ti consegno queste due certezze, con le parole di Papa Francesco: “Ogni essere umano è oggetto dell’infinita tenerezza del Signore, ed Egli stesso abita nella sua vita. Gesù Cristo ha donato il suo Sangue prezioso sulla croce per ogni persona”.
Gesù Cristo ha donato il suo Sangue prezioso per te, e per ogni persona che incrocerai nel cammino della tua vita. Tu vali il Sangue di Cristo. Come ogni essere umano.
Ecco perché, camminando con lui, puoi fare la scoperta che ti cambia la vita: “Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare”.
Se è una proposta che ti interessa, è questo il momento di accoglierla. Non domani, però.
Oggi. Perché tu non sei il futuro della Chiesa.
Sei il presente!
Buon cammino…»

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