dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo
Quando si fa esperienza che Dio è veramente padre e ascolta il grido dei sui figli…

Di Vincenzo Giannuzzi
Caro lettore, in questo numero di Nel Segno del Sangue pubblico la testimonianza di una lettrice che ci racconta la sua esperienza concreta di Dio che come Padre ha a cuore la vita di tutti noi suoi figli. Questa testimonianza credo sia un seme di speranza in un mondo lacerato dal dolore e dalla paura.
Il mondo ha fame e sete di vita, ha fame e sete di speranza, ha fame e sete di amore, per questo a te che hai incontrato Cristo Risorto, che lo hai sperimentato perché ti sei sentito amato e perdonato, coraggio, non aver paura di portare la gioia e la pace di Cristo a chi è nella disperazione o nella tristezza. Attraverso il tuo volto trasfigurato, il fratello ferito, che incontrerai, possa ritrovare il desiderio di continuare a camminare per incontrare la fonte di quell’amore che ha cambiato la tua vita, Gesù Cristo.
Caro padre Vincenzo, sono Antonella. Ho vissuto un’infanzia e un’adolescenza molto travagliate. A 10 anni mia madre mi ha abbandonata per vivere con un altro uomo, mio padre preso dalla disperazione ha provato anche il suicidio, è riuscito nel tempo a trovare il suo equilibrio, ha fatto il suo percorso di guarigione ma questo ha significato il suo allontanamento da me. Sono cresciuta con la mia nonna paterna, una santa donna, paziente, che mi ripeteva sempre e ancora oggi lo fa “preghiamo san Gaspare”.
Ho vissuto per diversi anni con un profondo rancore nei confronti dei miei genitori. Mi sono sentita abbandonata, rifiutata. Ero alla continua ricerca di qualcuno che mi amasse, mi comprendesse, ho fatto tanti errori, pensavo di trovare la felicità nella droga, nel sesso sfrenato, nell’alcol. Ero arrabbiata con la vita, con me stessa, con Dio e mi ricordo che per tanto tempo nei momenti di lucidità piangevo e gridavo a Dio perché tanto dolore nella mia vita. Davanti ai miei scatti di ira, molto violenti, ricordo la mia povera nonna con il rosario in mano che pregava. Quanta tenerezza e quanta pazienza.
Però, il mio mondo è cambiato quando a 25 anni, il 13 maggio del 2005, ad una festa di compleanno ho conosciuto Alberto, un giovane di 29 anni. Abbiamo iniziato a frequentarci ed è nato un grande amore.
Alberto è stato la mia salvezza. Un dono di Dio. Sono passati 15 anni da quel giorno, attraverso Alberto mi sono sentita amata, ho sperimentato la dolcezza, la tenerezza di uomo nei confronti di una donna.
Grazie a lui mi sono avvicinata a Dio, grazie all’amore concreto di Alberto ho fatto esperienza di un Dio che è veramente Padre, che ascolta il grido dei suoi figli e non abbandona mai nessuno. Sono stati anni difficili perché con il sostegno di Alberto e con l’aiuto di un caro sacerdote mi sono riconciliata con i miei genitori e
con la mia vita. È stato un calvario ma oggi posso dire di essere felice. Ho due figli piccoli a cui desidero trasmettere con mio marito Alberto la bellezza della vita, che nonostante i suoi drammi è degna di essere vissuta perché è dono di Dio. Oggi mi rendo conto che ognuno di noi nasce con una missione specifica e concreta che è quella di amare e tutto quello che uno vive nel bene e nel male serve per rafforzarsi sempre più in questa missione che rende la vita veramente bella. Prima di concludere vorrei rivolgere un grazie grande alla mia nonnina. Credo che la sua preghiera sia stata la strada su cui Dio mi aspettava per incontrarlo.
Antonella
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