dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo
Riflessi d’infinito

Di Nicola Antonio Perone
«All’età di otto anni gusta i racconti spirituali narrati dal padre, si sommuove e chiede al padre di raccontarle ancora una volta di Abele, Isacco, Giacobbe e Gesù Cristo! Quando comprese che l’Agnello pasquale è lo stesso Cristo, portato al calvario e crocifisso, non poté trattenere le lacrime. Dio infatti, che lavorava quest’anima fortunata, volle disgustarla del mondo. Dispose allora che i genitori la portassero ad una cena galante, e quando Maria rientrò in casa, invece di rallegrarsi, cadde in una profonda malinconia. Iddio la voleva staccata dal mondo e da sé stessa. Era infatti affezionata alle vanità, si curava e si adornava per non essere tra le ultime e si tratteneva ore allo specchio per sistemarsi i capelli. Spesso però i suoi occhi guardavano l’immagine della Vergine accanto al suo specchio, e si sentiva ripetere nel cuore “Vieni a me!”. All’inizio non vi badava, ma poi ne veniva rapita e scoppiava in pianti di tenerezza, abbandonando lo specchio e inginocchiandosi dinanzi ad essa»
(Cfr. G. Merlini, Lettere a Maria De Mattias, vol. II, n. 400, pp. 683-684)
Come sempre anche quest’anno, il 4 febbraio, i Missionari del Preziosissimo Sangue e le suore Adoratrici del Sangue di Cristo hanno festeggiato Santa Maria de Mattias, ricordandola proprio nel giorno del suo compleanno. La Chiesa Universale invece ne fa memoria il 20 agosto, ricorrenza della sua nascita al cielo, e qui leggiamo proprio l’inizio dell’elogio funebre scritto da Giovanni Merlini in occasione dei funerali di Maria. Il Venerabile però non pronunciò questo discorso poiché le esequie furono officiate dal Cardinale Vicario, segno della grande fama di santità di Maria ben nota già allora ai vertici della Chiesa.
Sta di fatto che queste pagine ci presentano ancora oggi un ritratto dettagliato e sorprendente della santa, facendoci scorgere il profondo rapporto che intercorreva tra i due e l’accurata conoscenza del cuore di Maria acquisita dal suo direttore spirituale.
È interessante che il Merlini inizi la sua narrazione accostando immediatamente gli eventi dell’infanzia di Maria con l’azione di Dio all’interno della storia concreta della santa. Don Giovanni propone un’immagine di Maria adolescente che non ha nulla di strano o di anormale rispetto alle sue coetanee. Accanto alla passione per i racconti biblici e alla commozione per i patimenti di Gesù, la santa è descritta anche molto dedita alla cura personale, desiderosa di primeggiare tra le amiche senza sfigurare o passare inosservata, e naturalmente appassionata dei suoi capelli che pettinava continuamente davanti allo specchio.
Una ragazza normalissima, senza nulla che esteriormente la rendesse diversa dalle altre, ma come ci ricorda Samuele, Dio guarda al cuore e non all’apparenza, ed è così che Giovanni Merlini osserva la giovane Maria, proponendoci un suo ritratto che valica il limite dell’esteriorità e ci immerge nella profondità del cuore della giovane santa.
Vicino al suo specchio vi è infatti un dettaglio non comune: l’immagine della Vergine.
Così è stata dunque tutta la vita della de Mattias: accanto all’ordinarietà delle sue giornate, sin dalla giovinezza, vi era una presenza costante che la richiamava continuamente a sé, svelandole il senso profondo di ogni sua attività.
Anche il partecipare ad una cena o il pettinarsi i capelli sono divenute per Maria occasioni di incontro con l’amato, sfociando spesso in pianti di commozione, quando, già da bambina, si rendeva conto dalla futilità dalle cose di questo mondo e del suo infinito desiderio di Dio, appagabile solo nell’incontro con Lui e nel rifiuto di ogni limitato piacere mondano.
Questa vita grandiosa, vissuta costantemente al cospetto del Signore, non è propria solo di Maria de Mattias, ma può esserlo anche di ciascuno di noi. Cristo infatti non ha chiesto a Maria di snaturarsi ed essere una sorta di extraterrestre, e non lo chiede neppure a noi. Egli invece è entrato nella vita della santa attraverso le mansioni quotidiane che essa svolgeva ogni giorno, non eliminandole, ma riempiendole di Lui, riempiendole di senso perché vissute alla sua presenza. Anche attraverso un semplice specchio, mossa dall’infinita creatività del Creatore, Maria ha colto un riflesso del volto di Dio, scoprendo una via di accesso privilegiata all’incontro con il Signore.

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