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Speranza

Nov 29, 2021

Di Terenzio Pastore

C’è bisogno urgente di missionari di speranza”: è l’appello che Papa Francesco inserisce nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, che si celebra la penultima domenica di ottobre, il Mese particolarmente dedicato alla missione.

Quest’anno si completa l’itinerario triennale, intrapreso nel 2019, con la proposta di un Mese Missionario Straordinario. Al tema iniziale − “Battezzati e inviati”: riscoprire la vocazione missionaria che è di tutti i battezzati − aveva fatto seguito l’invito a essere “Tessitori di Fraternità” e a vivere il progetto di Gesù come discepoli che amano come Lui ha amato. Ora è il momento di scoprirci “Testimoni e Profeti” per annunciare il Regno di Dio, che verrà e che è già germogliato in mezzo a noi.

Papa Francesco nel suo Messaggio riprende l’esempio degli Apostoli Pietro e Giovanni che, con coraggio, davanti ai capi del popolo e agli anziani, non hanno paura di dire: «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20).

Il testimone è uno che sa, perché ha visto e ha ascoltato. Per essere testimone di Gesù, però, è necessario mettere in gioco la vita. Non si tratta solo di dire ciò che si conosce, ma di vivere un incontro personale con Lui. I primi discepoli ricordano persino l’ora − «Erano circa le quattro del pomeriggio» (Gv 1,39) − di quell’evento che ha cambiato per sempre la loro storia: «Abbiamo trovato il Messia» (Gv 1,41). Non è un incontro che cancella all’istante e per sempre le nostre fragilità: il testimone sa di essere un peccatore in cammino, come coloro a cui rivolge il suo annunzio. È, invece, un incontro che si rinnova nel quotidiano, un incontro che porta ad abbracciare la missione di Gesù, che non esclude niente e nessuno.

È quanto ci ricorda il Papa: «Come cristiani non possiamo tenere il Signore per noi stessi: la missione evangelizzatrice della Chiesa esprime la sua valenza integrale e pubblica nella trasformazione del mondo e nella custodia del creato».

Come ogni epoca, anche la nostra non è priva di difficoltà da affrontare: sottolinea Papa Francesco che «la situazione della pandemia ha amplificato il dolore, la solitudine, la povertà e le ingiustizie», portando «i più fragili e vulnerabili» a sperimentare «ancora di più la propria vulnerabilità e fragilità».

Come in ogni epoca, il testimone non si ferma alla lamentela, non cerca scuse e non cede allo scetticismo, ma annuncia una risposta da profeta, capace di guardare oltre l’orizzonte della storia umana:
«Gesù Cristo ha trionfato sul peccato e sulla morte ed è ricolmo di potenza. Gesù Cristo vive veramente» (EG 275).

La speranza è fondata su Gesù Risorto.

La certezza della Risurrezione e il dono dello Spirito Santo hanno alimentato la gioia e la speranza del discepolo di Gesù di ogni tempo, capace di giungere al dono della vita per far risplendere sin da ora, pur tra le travagliate vicende della storia umana, il Regno di Dio, Regno di pace, di giustizia e di amore, Regno che un giorno sarà instaurato in pienezza e per sempre.

Il «bisogno urgente di missionari di speranza» è motivato dalla necessità di riproporre questo annunzio di salvezza nel nostro oggi. È un bisogno urgente che si unisce, nelle parole del Papa, all’urgenza della «missione della compassione», che fa sperimentare la «vicinanza di Dio», un Dio «che non abbandona nessuno ai margini della strada».

E chi sono i missionari di speranza? Chi può diventare missionario di speranza? Sicuramente è un riferimento a chi accoglie la chiamata di Dio a una specifica vocazione, che comporta il lasciare tutto per seguire Lui, anche andando in territori lontani, o diversi da quelli di nascita.

Altrettanto sicuramente − e il percorso triennale non lascia dubbi in merito − ogni battezzato è chiamato a seminare speranza nel contesto in cui vive. Non ci sono soltanto le periferie del mondo, ci sono le periferie «nel centro di una città, o nella propria famiglia», ci sono le periferie tra i nostri amici, tra i nostri colleghi di lavoro o di studio. Ogni battezzato, perciò, dovrebbe ripetersi: «Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo» (EG 273). È una consapevolezza che, giorno dopo giorno, permette di assumere e rinnovare il proprio impegno.

Testimone e profeta è l’identità di chi ha incontrato Gesù e ha scelto di seguirlo: è la tua identità!
È urgente una missione di compassione: è la tua missione!
C’è bisogno urgente di missionari di speranza: il missionario di speranza sei tu!

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