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Spigolature da scrittori del novecento: Elio Filippo Accrocca

Lug 16, 2021 | Libri

Di Pierino Montini

Quando la storia potrebbe rivelarsi eretica. Quando la critica potrebbe opporre dei pregiudizi insormontabili. Quando la speranza potrebbe rivelarsi unโ€™illusione. Cโ€™รจ un poeta che non si rassegna: vuole vivere ancora, nonostante tutto. Non per sfidare la storia, la critica e la speranza. E neppure per porsi come un Sisifo. Ma per vivere nella storia una delle esperienze piรน significative che riguardano lโ€™uomo dโ€™oggi.
Costui รจ Elio Filippo Accrocca (1923- 1996), pro-zio dellโ€™attuale arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca. Lo ricordiamo a 25 anni dalla sua morte. Nato a Cori (LT), figlio di un ferroviere, fu costretto a seguire giovanissimo il padre a Roma. Se le brevi esperienze vissute nel paese natio costituirono per lui la soglia dellโ€™innocenza oltre la quale si cela la veritร  in tutta la sua completezza, il quartiere di Portonaccio, con il bombardamento di San Lorenzo (19 luglio 1943), lo introdusse nella tragica realtร  dellโ€™esistenza dellโ€™odio tra gli esseri umani. Poi, a Roma, in via Canino 22, primo piano, a qualche metro dal piano terra, dietro un balcone che si affacciava su una strada transitatissima, segnata da poche strisce pedonali quasi del tutto scomparse tra un capo e lโ€™altro di un semaforo, si consumรฒ lโ€™esistenza di un uomo segnato da un dolore โˆ’per dire โˆ’ biblico ma umano, troppo umano: la morte dellโ€™unico figlio, Stefano. Il giorno in cui la famiglia festeggiava il suo diciottesimo anno. Da tempo Stefano desiderava avere una moto, ma lโ€™avrebbe avuta solo quel giorno. Cosรฌ gli fu comperata per quella circostanza. Quello stesso giorno Stefano chiese il permesso di inaugurarla prima dello spumante e del dolce. E fu cosรฌ che quella torta non fu mai servita e quello spumante mai brindato. Perchรฉ? Perchรฉ pochi minuti dopo una telefonata avvisava Elio e sua moglie che Stefano era finito โ€œpoco fa in un incidente mortaleโ€.
Caso? Paradosso? Follia? Oppureโ€ฆ Elio era allievo ed amico di Ungaretti: anche a costui era morto un figlio, Antonietto. Elio era amico di Quasimodo: anche costui aveva sperimentato, con il terremoto di Messina (1908), una distruzione molto simile al bombardamento di San Lorenzo. Elio ammirava il Carducci: anche costui era stato privato del giovanissimo figlio Dante.
Per questi ed altri motivi la poetica di Accrocca non รจ nรฉ propositiva nรฉ asseverativa, ma interrogativa. In unโ€™intervista disse: ยซNon sono un poeta delle risposte.
Sono soltanto un uomo di interrogativi, di domande, di incogniteโ€ฆ Siamo contro il tradimento dellโ€™uomo. Abbiamo il dovere di credere in questa battaglia e di operare contro tale tradimentoยป.
Ha scritto vari testi poetici che mi donรฒ durante le numerose visite alla moglie e a lui, in via Canino 22: Siamo non siamo (N), Il superfluo (S), Innestogrammi: Corrispondenze (I).
Nel descrivere la vita usa lโ€™immagine di un uomo che, mentre cerca di superare delle strisce pedonali, salta su un cavalcavia (I, 13). Ponendosi, perรฒ, interrogativi fondamentali. ยซLโ€™uomo รจ in balia del caso?ยป (S, 45); ยซChi รจ che muove il filo esilissimo di una esistenza?ยป (S, 21); ยซCome si puรฒ resistere allโ€™idea che tutto scompaia?ยป (N, 100). Il periodo nel quale si รจ posto domande in modo piรน profondo ed insistente รจ quello successivo alla morte del figlio Stefano: 6 settembre 1973. Molto spesso รจ un figlio a porre domande al padre. In questo caso avviene il contrario: il padre pone domande a figlio. Domande non sul come, non sul dove, nรฉ sul quando, ma sui perchรฉ. Secondo unโ€™espressione dello stesso, beato รจ lโ€™uomo che non sa chiudersi in sรฉ (S, 30), perchรฉ ยซogni tentativo ci conduce โˆ’ al limite della domanda che racchiude โˆ’ lโ€™unica chiave del perchรฉ lโ€™enigmaยป (S, 28).
In Siamo non siamo (N) cโ€™รจ una sezione intera intitolata, appunto, Domande (N 97-108). E non รจ poco. Credere? Non credere? Sperare oltre il dolore? ยซโ€ฆรจ una parola credereยป (S, 23) alla Resurrezione, perchรฉ anche il Natale ยซoltre la soglia โˆ’ scompareยป (I, 73). Come รจ scomparso Stefano il giorno stesso in cui compiva
18 anni. Maโ€ฆ ma, nonostante tutto, proprio tutto, si puรฒ ancora credere.
A partire da una poesia dedicata al papร  semi-paralizzato, che ha sempre sulle labbra il termine ยซJesoยป: Gesรน (N, 25).
Oppure da una poesia dedicata a Stefano, che inizia proprio cosรฌ: ยซPadre nostro, non so dove tu sia: โˆ’ ti chiedo solo un grammo di speranzaโ€ฆยป (N, 108).

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