dal 1953 la voce di San Gaspare nel mondo
Spigolature da scrittori del novecento: Mons. Enrico Kräutler, C.PP.S.

Di Pierino Montini
In questo articolo accenneremo ai testi di Enrico Kräutler (1906-1985), Missionario del Preziosissimo Sangue, per quasi 50 anni missionario e vescovo nello Xingu.
Decisioni importanti richiedono tempi di attesa. Così fu per Enrico, proveniente da una famiglia di 10 figli. Era il periodo in cui si parlava della scelta per gli ultimi operata da Albert Schweitzer, ma erano anche gli anni dell’affermazione del Nazismo. Durante il primo anno di università visse un periodo critico, dopo il quale decise di entrare tra i seguaci di San Gaspare, con l’intento di recarsi in missione.
Fedele al motto del fondatore “fai presto e bene quello che stai facendo”, si perfezionò il più possibile. Nel 1934 partì per lo Xingu, per lo stato di Parà. Dal 1971 al 1981 succederà come vescovo ad un vescovo anch’egli Missionario di San Gaspare: Clemente Geiger. Eletto vice-generale, si trasferì a Roma.
Consacrato vescovo, tornò nello Xingu, per essere Missionario in modo più incisivo. Usava un pastorale di legno, come Mosè, per dimostrare di non affidarsi alle proprie forze e dimostare di confidare in Dio.
Di lui possediamo la traduzione di 3 libri: Melodia dello Xingu (X), Sangue sulle pietre (S), La meringa spezzata (M), tutti Edizioni Primavera Missionaria.
È stato amico del martire Oscar Romero e segretario di dom Helder Camara riguardo alla Pastorale degli Indios ed uno degli esperti più ascoltati sulle problematiche inerenti la protezione degli Indios. Ha partecipato alla stesura del documento finale della terza Conferenza generale dell’episcopato latino-americano celebrata a Puebla (1979). Ha stabilito i primi contatti con tribù fino ad allora inavvicinate: Kuben-Krau-Kein, Assurini, Kaiapos, Gorotires, Jurunas… (X, 53-54).
Interessanti i suoi appunti di botanica, zoologia, perfino sulle mosche, e che mosche, della foresta: souvelas, tatuquiras, piuns… (X, 20,27).
Amava il Brasile disincantato e ‘maledettamente’ paradossale. Lì dove c’era bisogno di lui, affinché l’uomo non resti «l’eterno vinto in questa regione primitiva» (M, 52). Il Brasile dei dimenticati, violento e violentato. Il Brasile del quale San Giovanni Paolo II nell’omelia eucaristica a Brasilia (30 giugno 1980) disse: «Più che nella terra, la croce fu piantata nella storia di questo paese, nel cuore, nella vita dei suoi abitanti… Nel passato, come nel presente e nel futuro del Brasile, la Croce di Cristo ha un profondo significato». Un anno dopo Kräutler lascerà per motivi di salute il suo ruolo di servizio al nipote Erwin Kräutler, anch’egli Missionario di San Gaspare.
Melodia dello Xingu (X) è una storia che avvolge altre storie. La storia-madre è costituita dai pericoli cui va incontro il Missionario e dalle violenze che inseguono Carminha. Melodia è: la foresta (X, 53), il verso degli uccelli, il silenzio, la speranza, il dolore. Il mistero (X, 48).
La paura di morire ed il desiderio di morire «con la croce in mano» (X, 33). Con la certezza che «c’è sempre una mano tesa verso l’uomo» (X,36). Il libro è stato un bestseller negli anni ’50.
Il titolo Sangue sulle pietre (S) è il succo di alcune frasi che un vecchio indio dice riguardo al colle sul quale il padre costruisce la prima cappella: «Lì c’era un albero. A quell’albero legarono con le liane il giovane… e gli ficcarono il coltello nella gola» (S, 14). La Croce non fu innalzata su una collina maledetta?
La meringa spezzata (M) narra uno dei viaggi più avventurosi che il giovane sacerdote compie all’interno della foresta vergine, risalendo il percorso dello Xingu per 700 km (M, 63). Il titolo è tratto da un imprevisto capitato all’inizio del viaggio: il vaso di terracotta, contenente acqua potabile, va in frantumi (M, 11).
Brutto presentimento? Anche in quel caso «Dio ha steso una mano» (M, 103), rendendo «tangibile la Sua presenza» (M, 29).
Ci sarebbe molto altro da dire. Ne siamo certi. Non possiamo, però, tralasciare quest’ultima sua raccomandazione: «Nessuno fugga dal mondo civilizzato in questa primitiva solitudine, pensando di trovare qui il Paradiso. Se l’avrà dentro di sé… troverà qui come là la strada verso l’uomo» (M, 48).

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