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Top gun e Il canto del cigno

Di Alberto Celani, CPPS
Cinema
Top gun
di J. Kosinski, con T. Cruise, M. Teller, J. Connelly.
Sono passati 36 anni dal primo film, eppure forse dovevano passarne così tanti per avere qualcosa di davvero interessante. Tornano i piloti di élite, tornano le scene d’azione mozzafiato, ma soprattutto torna un Maverick sulla via del pensionamento manifestando, però, tutte la grandezza e la fragilità degli anni giovanili. Film secondo me azzeccatissimo, bello da vedere, con uno sviluppo dei personaggi particolarmente interessante. Mancavano film così!
Ma che bello andare al cinema, specie quando trovi film come questo! Veloce, appassionante, con legami profondi che riprendono le redini del primo film magistralmente.
Tom Cruise è semplicemente un mostro di attore, con un magnetismo eccezionale e con il coraggio di non tirarsi mai indietro personalmente nei momenti di azione. Miles Teller ha, poi, un personaggio così complesso e interessante che crea con Cruise un connubio esplosivo. Il lato love story è meno a fuoco che nel primo film, ma lì si parlava di ragazzetti e quindi è giusto così.
Come sempre però arriva la “politica”, cioè – parliamone – ma davvero vengono scelti poi alla fine quei marines lì per la missione? Nella vita reale sarebbe accaduto questo? Non credo! C’è un moralismo nel mondo, specie in quello non credente, che sbaraglia 100 a 0 ogni moralismo cristiano.
Guardate che negli ultimi prodotti da 5 anni a questa parte è una costante spaventosa.
Che dire, sono davvero soddisfatto: molto meglio di quello che mi aspettavo. Da vedere, e da vedere rigorosamente al cinema se possibile.
Voto CinemaScopio: 8
Cinema
Il canto del cigno
di B. Cleary con M. Ali, N. Harris, Awkwafina.
Un uomo ha una malattia terminale e, per salvare l’armonia familiare con la moglie (già fortemente provata dalla morte del fratello) e del loro bambino, decide di aderire a un progetto segreto di cui lui sarebbe uno dei primi “pazienti”: la creazione di cloni perfettamente sani in cui installare la coscienza dei donatori malati. Una finzione? No, perché il clone dopo il periodo di test dimenticherà di essere un clone. Ma allora chi è chi? Possono esistere due “me”? Siamo così certi che sia una questione di altruismo? Beh, diciamo che il film compone bene il dramma esistenziale, dandocene una sua interpretazione. Per fortuna siamo tutti liberi di farci poi la nostra opinione!
Esteticamente, attorialmente, sentimentalmente devo dire che ci troviamo davanti davvero a un buon prodotto, per ora presente su Apple TV (me lo sono dovuto far prestare, ma sai com’è me lo aveva consigliato uno di quelli che ci capisce!). Andiamo adesso all’analisi della tematica: siamo una generazione che ha fatto del problema della morte un gran pastrocchio. Chi vuole morire, chi vuole poter decidere, chi non vuole, chi “no i miei bambini non devono partecipare ai funerali dei nonni”, chi chi chi chi chicchicchiricchi.
Qui lo snodo è quello dell’altruismo: “lo faccio per coloro che amo!”. Ma davvero? Ma che orizzonte è? Un miope orizzonte di pochi anni? Se esistesse uno che in tutto è me, allora sarebbe davvero me? Siamo solo un’identità di coscienza o siamo persone?
La morte fa parte della vita e non è nelle mie capacità preservare l’altro dal dolore, neanche Dio fa così ma sceglie una prospettiva diversa: trasformare il male e il dolore in vita!
La resurrezione è un’altra storia!!!
Voto CinemaScopio: 7
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