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Un preziosissimo regalo

Set 3, 2021

Di Nicola Antonio Perone

A conclusione del mese di luglio, dedicato al Preziosissimo Sangue, compiamo un bilancio con l’aiuto del Venerabile Merlini, interrogandoci su quanto questa spiritualità sia veramente incisiva e determinante per la nostra vita. Don Giovanni indirizza questa lettera proprio ai suoi Missionari, coloro che per primi dovrebbero propagare la devozione al Sangue Divino, invitandoli a non intiepidirsi, a non considerare la loro spiritualità come un qualcosa di marginale, ma a porla sempre al centro, non solo della predicazione, ma soprattutto del loro annuncio quotidiano compiuto con la vita. Essere sacerdoti, suore o laici che vivono la spiritualità del Sangue di Cristo, dovrebbe spingerci a riflettere sull’immenso dono fattoci dal Signore, perché − come dice il Merlini − questa devozione ci è stata affidata, è un tesoro preziosissimo da non sotterrare, ma da rendere accessibile a tutti per la salvezza di tutta l’umanità: per questo ci è stata consegnata!
Il Sangue di Cristo è definito dal Merlini come lo strumento privilegiato per accendere i cuori dei fedeli. Il cuore infatti non è fatto per essere vuoto! Un cuore svuotato non serve a nulla, è morto, in esso non circola vita e non la reca neppure al corpo. Il cuore necessita del sangue, ha bisogno di linfa vitale perché dia senso al suo battito rendendolo un organo di vita, sede privilegiata dell’amore.
Ecco dunque come il Sangue Divino rende i nostri cuori luoghi della vita, celle di amore che sono accesi dall’energia del Sangue del Redentore, il quale ha svuotato il suo cuore fino all’ultima goccia per colmare i nostri del suo amore.
Don Giovanni invita i suoi Missionari e noi, lettori di oggi, a considerare le grazie immense attinte dal Sangue di Cristo nell’ora decisiva della nostra esistenza, quando la vita terrena si spegne per entrare definitivamente nell’eterna comunione d’amore con Dio. Questo passaggio avviene solo per i meriti del Sangue di Cristo. Vivere la spiritualità del Sangue Divino è avere un’assicurazione per la vita eterna, una corsia preferenziale sulla strada verso l’abbraccio del Padre.
Egli infatti non può dimenticare ed allontanare da sé i suoi figli: essi sono proprio il sangue del suo Sangue!
La coroncina, le messe perpetue, le preghiere di devozione, non sono solo devozioni d’altri tempi utili solo alla fede semplice dei più anziani, ma sono i metodi più semplici per custodire e vivere nella quotidianità la ricchezza donataci per i meriti del Sangue di Gesù.
Come abbiamo vissuto la spiritualità del Sangue nell’appena trascorso mese di luglio? È cresciuto il nostro amore per l’immenso Amore divino, oppure siamo ancora tiepidi, indifferenti e distanti dal fare nostra questa spiritualità? Sono aumentate le occasioni di preghiera e meditazione nel contemplare il prezzo della nostra salvezza, oppure abbiamo cercato vita in persone o cose che non potranno mai donarcela in pienezza?
La lettera di don Giovanni ci spinga dunque a vivere sempre più questa nostra spiritualità, senza relegarla a pratiche esteriori, ma incarnandola nella concretezza attraverso una testimonianza di vita che gridi l’Amore di Cristo riversato nei nostri cuori con il suo Sangue.

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