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Una catena di guarigione

Di Antonio Morgillo
Una catena di guarigione
Le missioni popolari erano lo strumento di Gaspare per cercare, con la potenza della Parola e dei Sacramenti, di guarire gli infermi di cuore: i peccatori ostinati. Egli sapeva bene che la malattia più grande di ogni uomo è quella interiore causata dal peccato. Difatti, un infermo accettando che la sua vita abbia bisogno di altri per andare avanti, rende costoro operatori di bene e, ricordando a tutti coloro che lo incontrano che il vero miracolo consiste nell’essersi lasciati incontrare dall’amore di Dio nelle loro sofferenze, egli si fa promotore di un vero e proprio circolo d’amore, donato e ricevuto.
Nel 1821 la missione di Genzano andava a gonfie vele, ma un uomo imprigionato nel vizio e nel peccato si rifiutava di ascoltare i missionari e li derideva mentre predicavano. Gaspare, addolorato da tale ostinazione, capì subito che bisognava sradicare il vizio da quel cuore affinché la sua vita potesse manifestare guarigione. Così, l’ultima sera della missione, Gaspare andò a sgolarsi nel predicare ad una folla inesistente, proprio sotto casa sua. L’uomo rimase stupito da tale evento e vide in quel sacerdote il Signore stesso che era venuto a cercarlo in casa propria. Pentito si confessò e si comunicò tra l’ammirazione di tanti altri che seguirono il suo esempio. Questo evento ci mostra come un infermo spirituale, nel giaciglio della sua malattia, sia capace di creare una catena di guarigione: attira altri verso il Guaritore perché lui stesso si è lasciato guarire. Gaspare riconosce la grande ricchezza della guarigione di un infermo spirituale a vantaggio degli altri uomini persi nei vizi: «La guarigione nell’infermo produce lo zelo nel rendere cauti per mezzo dei suoi avvisi tanti e tanti dei suoi prossimi, affinché non cadino nell’infermità da lui sofferta». Così come il patire spirituale di quest’uomo non è stato vano ma è servito in primis a lui per conoscere la misericordia del Signore e in seguito ad altri per la loro conversione, allo stesso modo le infermità spirituali e corporali di ogni uomo o donna, se aperte all’incontro con Dio, diventano strumento di salvezza propria ed altrui.
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