Una poltrona a teatro: The phantom of the opera

di Leonilda Dinuzzi

Cosa succede se unisci un romanzo horror-gotico degli inizi del ’900 con la maestria compositiva di sir Andrew Lloyd Webber?
Attenti a rispondere a questa domanda, potrebbe cadere sulle vostre teste il lampadario de l’Opéra Garnier di Parigi… Erik è un po’ suscettibile. Chiaramente sto parlando di The Phantom of the Opera, musical composto da sir Webber e messo in scena, per la prima volta, a Londra nel 1986, basato sulla storia dell’omonimo romanzo di Gaston Leroux.
Quest’opera arriva, finalmente, in Italia, con una produzione originale e diversa dalle più canoniche produzioni londinesi e di Broadway. Avendo assistito ad una delle repliche delle due settimane di anteprima che si sono tenute presso il Politeama Rossetti di Trieste, posso dire che la produzione italiana nulla ha in meno alle più blasonate e consolidate, dimostrando che in tutto e per tutto, il nostro Paese può essere una fucina in piena attività per spettacoli di questo calibro, portando in scena – e non solo nel comparto performativo – tutta la professionalità e la capacità creativa di cui siamo capaci.
The Phantom of the Opera è una produzione pensata per i tour e questo ci fa sperare positivamente per riuscire a vederlo, massicciamente, in giro per la penisola.