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Indiana Jones e Mission Impossible

di Alberto Celani

Cinema

Indiana Jones e il quadrante del
destino

di J. Mangold, con H. Ford, P. Waller-Bridge, M. Mikkelsen.

Il professor Jones è ormai solo un professore universitario, anzi anche un noioso professore universitario.
Arriva per lui anche il momento della pensione in una vita ormai senza più linfa per accadimenti che non staremo qui a indicare (vengono fuori subito subito). Ma l’avventura bussa alla porta di nuovo attraverso la visita della sua figlioccia, figlia di un suo vecchio amico con cui ha vissuto la vicenda di Berlino che vediamo nel prologo. Su su, tutti insieme, canticchiamo il motivetto di Indiana Jones, si parte di nuovo!

Indiana Jones è ancora tra noi, probabilmente uno dei migliori personaggi della storia del cinema che è riuscito a resistere al cambio generazionale degli spettatori, all’invecchiare di Harrison Ford e soprattutto al quarto mediocre film che sembrava porre fine alla grandezza dei primi tre.
Già solo questa cosa è gloriosa. Devo ammettere però che non avevo aspettative altissime e questo aiuta a non rimanere delusi. Ecco se si arriva con queste consapevolezze sarete davanti a un film di puro intrattenimento, spensieratezza, curiosità archeologiche all’americana e qualche tocco di profonda tenerezza. È un film azzeccato! Non si poteva terminare con il quarto e, inoltre, si è riusciti in modo intelligente a superare alcuni fastidiosi aspetti di esso (specie un personaggio insomma) senza rendere il film precedente inutile.
Mangold è un grande regista, certo non è Spielberg, eppure questo suo Indiana Jones è nettamente migliore dell’ultimo spielberghiano. Non è un film perfetto: il personaggio della figlioccia è troppo monocorde nel suo egoismo, certo c’è un evoluzione ma si poteva scavare di più, la scena dell’inseguimento è oltre i limiti della realtà immaginabile, il finale della storia principale quando arriva delude (cioè lo sai che potrebbe andare così, si intuisce, ma ti dispiace che abbiano preso questa scelta) anche perché ciò taglia le gambe al cattivo di turno Mads Mikkelsen (uno dei miei attori preferiti) che meritava un epilogo più memorabile.
Apprezzo tantissimo che si faccia spesso riferimento al fatto che Indie sia vecchio, è giusto che sia così e, altra considerazione, trovo l’ultima scena praticamente perfetta.
Grande critica è stata fatta sul prologo, dove serviva un Indiana Jones giovane. E come lo facciamo? Certo con la computer grafica, ma si poteva fare diversamente? No! E allora va bene così anche perché il prologo è invece una delle parti migliori del film.
Grazie Indiana Jones per averci cresciuti a pane, pellicola, scavi. trappole e fantasia. Buona visione!

Voto CinemaScopio: 7

Cinema

Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno

di C. McQuarrie, con T. Cruise, H. Atwell, R. Ferguson.

Nuovo nemico per l’umanità, un nemico non umano: è un’entità, un’intelligenza artificiale scappata di mano ai suoi creatori. Tutti la vogliono per i loro scopi, lei stessa ha una sua volontà: come potrebbe Ethan Hunt farsi da parte? Impossible! Soprattutto se di mezzo, come sempre accade, c’è il suo presente e il suo passato.

Ecco qui sono dichiaratamente di parte: Mission Impossible è la serie d’azione migliore di sempre: ecco, l’ho detto!
Settimo film e settimo centro, certo il secondo film era un po’ inferiore, il sesto un capolavoro, questo non è un capolavoro ma dove la trovi una serie così? Certo qui le cose impossibili sono all’ordine del giorno, ma è nel titolo quindi che ti aspettavi?
Grande presenza d’Italia con Roma e Venezia (per noi italiani sarà da un lato una gioia e da un lato il momento peggiore) perché l’America è così poco brava a comprenderci (a parte il fatto dei parcheggi specie dei motorini che è esilarante).
Questo è un film che mi ha dato tutto quello che desideravo: adrenalina pura, personaggi che ami e anche qualche domanda etica di fondo. McQuarrie e gli sceneggiatori si schierano decisamente contro l’Intelligenza Artificiale e i suoi rischi. Si sa, è l’argomento dell’anno (anche se questo film è stato girato del 2020 sotto Covid, senza ancora ChatGPT).
Il tema è affascinante, da 2001 Odissea nello spazio in poi, ma ricordiamoci che gli algoritmi scavano solo nel passato e questo non li rende meno pericolosi, ma l’intelligenza è altro, è creatività, non diventiamo così immanentisti.
A parte ciò che dire… non vedo l’ora di vedere a giugno 2024 la parte due. Ah, ultima cosa, per essere un film diviso in due sono riusciti a terminarlo in maniera esemplare per farlo essere in ogni caso un film valido in sé stesso e non l’ennesima serie TV. Sono entusiasta!

Voto CinemaScopio: 8

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